Escludere la Russia, nel Giorno della memoria, dalla cerimonia di commemorazione di Auschwitz è stata una cosa vomitevole, patetica e ridicola al tempo stesso. Auschwitz, un lager che ancora adesso genera angoscia in chiunque entri a visitarlo, fu liberato dall’Armata Rossa, piaccia o no. Non dagli americani, come fa credere il finale di quel film idiota del ruffiano di regime Benigni, che 24 anni fa fu pure premiato con l’Oscar (e per forza).
Escludere la Russia da questa commemorazione è stata una operazione razzista e schifosa, esattamente come razzisti e schifosi furono il nazismo e la costruzione dei campi di sterminio. Ipocriti e servi del pensiero unico dominante vanno dunque considerati tutti coloro – tutti – che su questa falsificazione della storia non hanno speso una parola: nei salotti tv, nelle istituzioni rappresentative, nelle Chiese, nelle scuole e in tutti i luoghi in cui si è giustamente ricordata la Shoah, che fu accompagnata dallo sterminio di Rom, neri, omosessuali, dissidenti. Finiti tutti negli stessi forni crematori di Auschwitz e degli altri luoghi dell’Orrore.
Liliana Segre, senatrice a vita, molto attiva e molto presente su questo tema, dovrebbe dirlo chiaro e forte: furono i russi, i sovietici, a liberare Auschwitz, e aver escluso la Russia dalla commemorazione del Giorno della memoria è stata una porcheria di stampo razzista e nazista. Lo dirà questo, Segre? A noi piacerebbe molto che lo dica. Se avrà l’onestà intellettuale di dirlo.
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