
«Ogni Paese che confina con la Russia e che non vuole essere fatto a pezzi dovrebbe essere membro a pieno titolo dell’Ue e della Nato. E ci sono solo due alternative a questo: o la guerra aperta o un’occupazione strisciante da parte della Russia». Lo ha detto Zelensky, il pupazzo di pezza degli Stati Uniti, al vertice della Comunità politica europea (27 Paesi Ue più altri 20 Paesi) che si è svolto in Moldavia.
Mai, nemmeno ai tempi della Guerra fredda, con il mondo diviso in due dalla odiosa cortina di ferro, era stata detta o anche solo teorizzata una cosa del genere. Che significa guerra: né più, né meno. Infatti, durante la Guerra fredda – per colpa o per merito della deterrenza nucleare o della paralisi ideologica -, ognuno stava al posto suo, e tutti si salvavano il deretano. Mentre adesso sembra “normale” la volontà della Nato e quindi degli Usa di accerchiare la Russia (e il golpe in Ucraina del 2014 ne è stata una plateale dimostrazione). La quale Russia si sente ed è sotto minaccia, e per questo motivo reagisce, per esempio invadendo l’Ucraina.
Resta da capire cosa voglia dire l’ex comico ucraino quando sostiene che «ogni Paese che confina con la Russia dovrebbe essere membro dell’Ue e della Nato», dato che con la Russia, oltre ai Paesi baltici già membri di Nato e Ue, confinano la Bielorussia, la Georgia, l’Azerbaigian e il Kazakhstan. E a essere precisi anche la Mongolia e la Cina. Quindi? Continuiamo a far giocare alla guerra il pupazzo di pezza per i prossimi trent’anni?
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