I miei libri

Il sogno di AchilleIl sogno di Achille

2020, 272 pagine, 18,00 euro, chiarelettere

“La prima cosa che capì da bambino fu che erano poveri.”
Comincia così il romanzo di un uomo e di un mito, Gigi Riva. Storia di riscatto e di liberazione, com’è sempre stato per i grandi del calcio, da Pelé a Maradona a Messi, a voler citare solo i mostri sacri: e Riva è uno di questi. Storia di successi e imprese memorabili, ma anche di cadute, ferite e delusioni. Corre Riva, e con lui corre la storia d’Italia, attraverso anni belli e drammatici, di conquiste civili e sociali (lo Statuto dei lavoratori, le leggi sulla parità dei coniugi, sul divorzio, sulla previdenza sociale) scandite dalle bombe delle stragi che inaugurarono gli anni di piombo. Storia incalzante, appassionata; romanzo di formazione e fotografia di come eravamo, un paese che provava a darsi un’identità, a diventare moderno. Storia di un popolo, anzi di una nazione, la Sardegna, immortalata nell’anno in cui nel calcio italiano accadde l’impensabile: il Cagliari di Riva e dei suoi compagni Albertosi e Reginato, Tampucci, Cera, Niccolai e Tomasini, Domenghini, Nené, Martiradonna e Mancin, Poli, Brugnera, Greatti e Zignoli, Gori e Nastasio, diventa una grande squadra e vince lo scudetto. Era il 1970. Storia che parte da Leggiuno, in provincia di Varese, e attraversa l’Italia seguendo le magie, le sfide sportive ma anche umane, le ombre del suo protagonista. L’avventura di Riva e del Cagliari è sogno e realtà. Da allora non ha mai smesso di essere tramandata, di generazione in generazione, da chi c’era e da chi l’ha sentita raccontare. Un fatto rivoluzionario, inimmaginabile, meraviglioso. Un manipolo di “figli della guerra”, diciassette calciatori tutti nati durante gli anni del secondo conflitto mondiale, e un allenatore, Manlio Scopigno, detto “il filosofo”, portano la fantasia al potere. È l’epopea di un gruppo di uomini prima ancora che di atleti, e dell’isola che li accolse e li plasmò. L’eterno poema di gioie e tragedie, poesia e sentimenti, coraggio e paure, miserabili debolezze e nobili slanci di cui è capace l’animo umano.

Il genio infeliceIl genio infelice

2019, 264 pagine, 17,60 euro, chiarelettere

Se c’è un’artista italiano che nel Novecento ha seguito una direzione ostinata e contraria, si chiama Antonio Ligabue (1899-1965). Nato a Zurigo da una ragazza madre di Belluno, figlio di tre padri e da ciascuno di essi abbandonato, fragile ma orgogliosamente solitario, autodidatta, geniale e visionario, Toni al mat – il matto, così veniva chiamato nella Bassa padana – è lo straordinario testimone di un secolo di distruzione e follia. Lui rappresenta ciò che vede, e vede ciò che sogna. Amplifica la realtà, immortalandola.
La sua vita e le sue opere denunciano il folle ritiro dell’uomo dalla natura, che diventa un’estranea su cui esercitare il proprio dominio. Ligabue si ribella ai comandamenti di ordine e disciplina, mal tollera ogni conformismo, non per scelta ma assecondando un istinto primordiale che lo porta a trovare pace e meraviglia solo di fronte agli animali, reali o immaginari, anche trasfigurandoli, per rappresentare la ferocia degli uomini e la vita come un’eterna lotta di prevaricazione, non di sopravvivenza.
In un periodo come quello che stiamo vivendo, che soffoca la fantasia e obbliga le persone a stili di vita e schemi mentali non scelti, o almeno non voluti, Il genio infelice racconta in forma di romanzo una storia tormentata ed esemplare, che è anche un potente manifesto libertario. Un inno alla creatività, alla natura e alla bellezza, mai come oggi così necessario.
Una storia, quella di Ligabue, tanto preziosa e significativa da essere immortalata prima in un celebre sceneggiato Rai della fine degli anni Settanta, con Flavio Bucci strepitoso protagonista, e oggi in un film per il cinema, con Elio Germano nei panni dell’artista.

L'Italia nascostaL’Italia nascosta

2016, 224 pagine, 16,00 euro, Skira

Un viaggio in Italia, nella sua grande bellezza sconosciuta, attraverso luoghi che custodiscono un patrimonio culturale di grandissimo valore di cui non si sospetta nemmeno l’esistenza, nonostante sia sotto gli occhi di tutti. Città, villaggi, chiese, abbazie, affreschi, mosaici e tutte le opere d’arte “nascoste” nella grande provincia italiana che parlano di noi, della nostra storia e di ciò che siamo.
“Questo libro avrei dovuto scriverlo io. Mi sono distratto, e Carlo Vulpio mi ha rubato il soggetto e l’editore. Così ora io sono costretto a rileggermi per sapere dove sono stato e cosa ho visto. E Carlo, come un ventriloquo, parla al posto mio. Io mi mangio le labbra e lo maledico. Anzi: vorrei strillare. E invece lo devo ringraziare. Leggendolo mi conosco meglio, e mi ritrovo a camminare per l’Italia, mentre lui, chiuso in casa o in una stanza d’albergo, scrive per me” (Vittorio Sgarbi)

Un nemico alla RaiUn nemico alla RAI. 800 giorni “contro” nella TV pubblica.

2012, 240 pagine, 16,50 euro, Marsilio Editori, collana I Grilli.

«Difficili. Belli. Esaltanti. Faticosi. Mai banali».
Così Mauro Masi definisce gli ottocento giorni che lo hanno visto protagonista delle vicende Rai nelle vesti di direttore generale, dall’aprile 2009 al maggio 2011 . Questo libro-intervista con Carlo Vulpio ricostruisce la realtà di quel contesto – con i Santoro, i Vespa, il sindacato dei giornalisti che la vuol fare da padrone su tutto, il sinistrismo di maniera ostentato in pubblico e poco praticato in privato, Sanremo, Fazio e Miss Italia. Nessuna rivalsa né “sindrome dell’ex”, ma la volontà di rendere conto delle tante vicissitudini di una gestione che ha tentato il tutto per tutto per migliorare e riequilibrare una realtà da troppi anni immobile. Scandito dalle domande di Carlo Vulpio – autore con Sgarbi dell’unico programma tv nella storia della Rai chiuso dopo la prima puntata e qui narrato in tutti i suoi retroscena -, il racconto a due voci fa rivivere le tappe salienti di questa “ultima battaglia per la Rai” così come si sono svolte, senza sconti né tatticismi. Documenti originali e inediti completano e sostanziano le ricostruzioni contenute nel volume. Un libro che ha l’ambizione di «contribuire alla costruzione di un dibattito pubblico, serio e concreto, sulla Rai, un’azienda e un’agenzia culturale che, nonostante tutto, è stata ed è importantissima per l’Italia». (prefazione di Vittorio Sgarbi)

CittaNuvoleLa Città delle Nuvole. Viaggio nel territorio più inquinato d’Europa.

2009, 160 pagine, 14 euro, Edizioni Ambiente, collana Verdenero inchieste.

Un mostro ecologico tiene sotto il ricatto della perdita del posto di lavoro una città intera. È enorme, potente e pericoloso per la salute di chi vi abita intorno. È il centro siderurgico che si innalza alle porte di Taranto, ma sarebbe meglio dire che “occupa” la città, un’anomalia tutta italiana. Un viaggio nel territorio più inquinato d’Europa, attraverso la voce dei suoi protagonisti: inserti di una vita vissuta pericolosamente, in un clima segnato da omertà politica, rapporti occultati, vessazioni e omesse denunce. Rilevazioni contraffatte e rivelazioni scomode. E poi morti, tanti, quanti non ci si aspetterebbe, evaporati nel silenzio della città delle nuvole. Tra politici assenti – quando non troppo presenti -, sospetti e scandali annunciati, l’inchiesta di Carlo Vulpio persegue la “scellerata” ricerca della verità, supportato solo dalle attività di una società civile sempre più consapevole, nel (quasi) silenzio dei mezzi di informazione. Perché, almeno fino a oggi, protocolli e atti d’intesa non sono serviti a chi l’acciaieria e gli altri stabilimenti del polo industriale – la respira quotidianamente. Nonostante testimonianze, interrogazioni parlamentari, processi e condanne, il campionario delle vittime non accenna a diminuire: i malati di leucemia del quartiere Tamburi; fumatori incalliti di undici anni; donne e uomini sopraffatti dalla diossina; masserie svuotate; interi allevamenti di bestiame sterminati.

RobaNostraTascabileRoba Nostra. Storia di soldi, politica, giustizia nel sistema del malaffare.

2008, 318 pagine, 9,80 euro, Il Saggiatore Tascabili, collana Saggi.

“Bisogna far sistema”. Questa ricetta, con cui in genere le economie decollano e i paesi si sviluppano, trova da noi un’applicazione tipicamente all’italiana. Consiste nella capacità inesauribile di stabilire reti di complicità e connivenze tra politici, esponenti professionali e istituzionali, faccendieri e malavitosi, con un unico scopo: saccheggiare i beni e le risorse pubbliche. Carlo Vulpio punta l’attenzione sul sistema meridionale del malaffare, dove i partiti-famiglia sono macchine oleatissime con cui si smistano i fondi nazionali ed europei, si assegnano gli appalti, si decide la fortuna o la sfortuna nelle carriere pubbliche, a cominciare dalla magistratura. E mette in primo piano le vere forze che “fanno girare” il paese, condannandolo all’inefficienza dei servizi, agli scempi ambientali e al declino inarrestabile della sua economia. Di queste forze, dopo le scoperte pionieristiche del pool di Milano, “Roba Nostra” offre la radiografia più aggiornata. Nuovi capibastone politici, tangentisti della prima e della seconda Repubblica, massoni riuniti in fantasiose logge, affaristi devoti della Compagnia delle Opere, clan familiari che sperimentano le tecniche più spietate per garantirsi il controllo di tutto ciò che è pubblico in intere regioni: dalla sanità all’istruzione, ai cosiddetti incentivi per lo sviluppo.

Per l’acquisto dei libri potete rivolgervi alla vostra libreria di fiducia oppure potete acquistarli online a questo indirizzo. Buona lettura.

17 commenti (+add yours?)

  1. bamboccioni alla riscossa » Blog Archive » Delitto perfetto
    Lug 29, 2009 @ 18:00:28

  2. bamboccioni alla riscossa » Blog Archive » Delitto perfetto/2
    Lug 30, 2009 @ 23:10:04

  3. Delitto perfetto | Reset Italia
    Lug 31, 2009 @ 17:04:51

  4. NANDO
    Ago 28, 2009 @ 16:17:47

    Ho letto il libro ROBA NOSTRA in pochi giorni e al termine ne ero sconvolto,nel senso che poche cose sapevo delle cose che ho letto.E’ impressionante la quantità di denaro che si è mossa tra calabria e basilicata,divorata da pochi luridi porci,alla faccia dei buoni progetti che un giovane possa fare per rimanere in queste terre cercando un lavoro onesto,CHE NON C’E’,o appunto presentando un progetto valido finanziabile con i fondi europei che però finiscono nelle mani di PEZZENTI ARROGANTI e MAFIOSI DEI NOSTRI MALEDETTI GOVERNANTI.E’ un libro che sto consigliando vivamente di leggere a chi mi capita a tiro;per esempio ne parlavo a mio fratello maggiore spiegandogli in breve che è un libro che non si può non leggere se si vive in queste terre,(a titolo di cronaca sono un altamurano sposato da pochi mesi con una lucana e anzi visto che ci sono,una tua parente Rosa Vulpio avvocatessa di Altamura,è una cara amica di mia madre).Al di là di questo,mio fratello maggiore mi ha chiesto il libro per leggerlo, mentre mio fratello minore mi ha risposto”<>”a quel punto gli ho dato un pugno in testa per dirgli che è un caprone e che per colpa di questo atteggiamento di rifiutare di INFORMARSI SERIAMENTE che poi la gente finisce per votare berlusconi,perchè inizia a credere alle STRONZATE che racconta.Questo è purtroppo l’atteggiamento di tanti e che dimostra che berlusconi è FRUTTO DELL’IGNORANZA.GRAZIE A DIO ESISTONO PERSONE COME TE!!!! LEGGETE “ROBA NOSTRA”

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    • NANDO
      Ago 28, 2009 @ 16:27:16

      Mio fratello mi ha risposto” no! …a me non interessa la politica”

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  5. Carlo Vulpio a Sciacca il 12 Settembre « Gianluca Fisco …il Blog su Sciacca a 360°
    Ago 30, 2009 @ 22:30:02

  6. Carlo Vulpio a Sciacca il 12 Settembre | sciaccain.it
    Set 30, 2009 @ 10:13:36

  7. full
    Ott 14, 2009 @ 08:22:39

    Io vi consiglio anche di leggere “periodista di la verdad” di Gabriele Paradisi.
    Illuminante!!

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  8. michele barberio
    Dic 29, 2009 @ 13:12:43

    x questo SANTO NATALE mi hanno regalato il libro LA CITTA’ DELLE NUVOLE. Vi consiglio a tutti i simpatizzanti e non di CARLO VULPIO di leggere questo bellissimo libro. Sei grandissimo CARLO

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  9. silvia rastello (to)
    Gen 13, 2010 @ 21:47:40

    Bello e possibile

    se sei sincero , ti adoro .

    Perla rarissima

    SILVIA

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    • perrone di canale
      Feb 24, 2010 @ 15:26:39

      ‘Mbe’, cosa sarebbe tutto ‘sto cadere in adorazione, Silvia? Sarebbe Vulpio, la tua ‘perla rarissima’? Mi sembrava di aver letto un commento molto simile al mio intervento su Bukowski (Facebook); li produci con lo stampino? Bah, che espansività TRASCENDENTE!!

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  10. massimiliano
    Gen 26, 2010 @ 18:45:17

    ho finito “La città delle nuvole” ieri…che dire? dovrebbe essere obbligatorio per TUTTI leggerlo, per decreto legge!!! a parte la battuta, è un libro essenziale per capire una marea di cose, oltre ad essere anche una lettura affascinante. ne ho già comprate altre due copie da regalare, e a molte altre persone ancora lo darò. solo l’informazione vera e diffusa può dare una speranza reale di cambiamento. grazie Carlo.

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  11. angela
    Mar 07, 2010 @ 21:37:07

    volevo fare i complimenti per il libro “la città delle nuvole”.

    dovrebbero leggerlo tutti i tarantini e aprire gli occhi su come taranto e i suoi abitanti stanno morendo.

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  12. graziella iaccarino-idelson
    Apr 12, 2010 @ 16:25:42

    Ho avuto un MOBBING dalla Regione Campania che mi ha espulsa e non ho trovato giudici che mi facessero VERE SENTENZE di MOBBING perchè il METODO MOBBING ò ormai la CAMORRA DELLA P. AMMINISTRAZIONE ! IL LIBRO roba nostra MI HA MOLTO COLPITO PER IL CORAGGIO DIMOSTRATO A PUBBLICARLO ! BRAVO !

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  13. Daniela Paola Aglione
    Apr 16, 2010 @ 16:01:37

    QUESTA è la mia recensione al tuo libro, pubblicata su HOUSE, LIVING AND BUSINESS del 9 aprile 2010

    Nata nel 1905 Ilva, Italsider dagli anni ‘20 di proprietà pubblica (IRI), poi di nuovo Ilva dall’88, è dal 1995 una società per azioni del Gruppo Riva. L’acciaieria tarantina, oltre a dare lavoro a 13.000 dipendenti, produrre acciaio grezzo, coils, tondo per cemento armato, lamiere da treno, è la più grossa “fabbrica” italiana di diossina. Lo stabilimento, il più grande d’Europa, vanta numerosi punti di forza tra cui l’impatto positivo sull’economia locale e regionale, la posizione costiera, la capacità di soddisfare sia il mercato nazionale che quello mediterraneo, lavorando in un contesto di sviluppo sostenibile (…) garanzia di forte competitività a livello internazionale (leggi qui Ilva Taranto). Nel documento Politica ambientale datato 3 ottobre 2005, il Direttore per l’Ambiente l’Ing. Luigi Capogrosso s’impegna, tra le altre cose, alla riduzione dei rifiuti e delle sostanze pericolose, la minimizzazione degli impatti ambientali legati agli scarichi idrici ed alle emissioni in atmosfera, (…) rispettando la legislazione vigente in materia ambientale, essendo consapevole dell’impatto correlato alle proprie attività. A realizzazione dell’impegno preso con il Ministero dell’Ambiente e del Lavoro nell’aprile 2008, Ilva presenta e sottoscrive a Roma il 19 febbraio 2009 lo studio di fattibilità comprensivo di cronogramma che prevede la riduzione dell’emissione di diossine entro i primi tre mesi del 2011 a 0,4 nanogrammi/m3 (contro i circa 7 rilevati di recente). Facciamo un passo indietro: nel 2002 (fonte INES) Ilva “produceva” il 30,6% delle diossine nazionali. Nel 2006 il 92%, in aggiunta all’immissione di oltre 2 tonnellate di mercurio (2005).

    Il libro denuncia l’impatto ambientale del mostro ecologico nel territorio più inquinato d’Europa attraverso la voce dei protagonisti, lavoratori ed abitanti della città di Taranto, che parlano di omertà politica, rapporti occultati, vessazioni, omesse denunce, morti, malati di leucemia, bambini nati con gravi malformazioni, stermini di allevamenti, cibi contaminati. Il libro inchiesta, ristampato a febbraio 2010, è di Carlo Vulpio inviato del Corriere della Sera fino al 2008, anno in cui è stato sollevato dall’allora direttore Paolo Mieli, dall’incarico che lo vedeva penna dell’inchiesta sul caso De Magistris e le Toghe Lucane: Caso de Magistris, toghe indagate «Illeciti per sfilargli le inchieste» . L’ultimo suo articolo sul Corriere del 14 marzo parla di transumanza. Intanto a Taranto si parla sempre più di diossina: a marzo 2010 l’Arpa Puglia pubblica il risultato delle analisi ventoselettive presso la masseria Carmine della famiglia Fornaro, presso cui sono stati trovati, quindi abbattuti, 600 capi di bestiame contaminati dalla diossina, in un mix di accumulo pre e post filtri MEEP (che hanno ridotto di 1/10 le emissioni di diossina, anno 2000). Si ventilano ipotesi di indennizzo alle numerose masserie colpite, che hanno subìto ingenti danni dovuti alle contaminazioni. Mentre la magistratura sta svolgendo un’inchiesta per stabilire le responsabilità, è stato vietato il pascolo per un raggio di 20 Km dall’area industriale. A regionali concluse, la palla resta a Nichi Vendola (presidente della regione Puglia dal 2005).

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  14. fabrizio
    Lug 01, 2010 @ 12:48:31

    Grazie per aver scritto Roba nostra.
    Quando la Stampa Italiana inizierà a fare vera informazione?
    Questo libro è una lezione di educazioni civica che ogni italiano dovrebbe leggere.

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  15. giuseppe
    Set 05, 2010 @ 10:42:18

    Bravo ! Aspetto con interesse di leggerLa ancora, Lei come tanti Italiani onesti non merita questi regnanti, grazie per le notizie che tramite i suoi libri ci fa apprendere con realtà cristallina e disinteressata.
    Giuseppe
    Napoli

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