La baronessa Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea, insiste: decimo pacchetto di sanzioni economiche nei confronti della Russia. Lo fa per la pace, naturalmente. Poi però fa la meravigliata, ma al modo in cui si meravigliano le baronesse, oh ooh ooohh, quando deve constatare che la Russia si avvicina sempre di più alla Cina. E un po’ le rode, perché anche le baronesse hanno un buco del culo.

Nel frattempo, il segretario della Nato, Jens Stoltenberg, nomen omen, va a Tokyo e in nome del sostegno all’Ucraina chiede al Giappone di unirsi al gruppo di Paesi “Amici della Nato”, che con la Nato non c’entrano nulla (Australia, Nuova Zelanda, Corea del Sud), ma che insomma fanno sempre comodo e fanno bene alla causa della pace, naturalmente.

Il Giappone è un Paese che per l’articolo 9 della sua Costituzione – imposta dagli Usa nel 1947 dopo due pacifiche bombe atomiche con 100 mila morti in un colpo solo – non ha e non può avere un proprio esercito, è cioè un Paese smilitarizzato, ma pieno di basi americane, più dell’Italia (che in Europa è il Paese con più basi Usa) e ha una “cosa” che si chiama Japan Self-Defense Force, cioè una “estensione” dei corpi di polizia per la sola autodifesa territoriale. Tuttavia, Stoltenberg, nomen omen, sempre per portare pace nel mondo, anche laggiù nell’Indo-Pacifico, lancia l’idea degli “Amici della Nato”. Vedremo. Per il momento, Stoltenberg, nomen omen, ha ottenuto soltanto due riscontri, negativi. Due azioni giudiziarie per risarcimento danni. La prima causa gliel’ha fatta Maria De Filippi, a tutela del suo programma tv “Amici”, e la seconda Matteo Messina Denaro, che si è sentito diffamato perché “Amici degli amici” è uno storico marchio di Cosa Nostra.