Sono per la separazione tra Stato e Chiesa e quindi mi viene facile essere anticoncordatario. Sì, proprio come un uomo dell’Ottocento.
Considero un errore e un pasticcio la “costituzionalizzazione” dei Patti lateranensi, cioè l’aver introdotto nella Costituzione gli accordi tra lo Stato (italiano) e la Chiesa (cattolica) attraverso l’articolo 7 della Carta.
Ritengo, al contrario dell’opinione comune dominante, miope quella scelta, che era di stampo democristiano-comunista e che era avversata da molti altri: socialisti, liberali, azionisti e, in particolare, da Gerardo Bruni , unico deputato cristiano-sociale dell’Assemblea Costituente.
Sono credente e nel mio piccolo mi sforzo di essere un buon cristiano.
Ma sono laico e in questa materia di Stati e Chiese, se permettete, mi rifaccio agli insegnamenti di un grande maestro, Arturo Carlo Jemolo.
Va da sé che considero prioritaria la scuola pubblica su quella privata (che in Italia vuol dire scuola cattolica), la quale ha sì diritto di vivere e prosperare, ma, come dice la Costituzione, “senza oneri per lo Stato”.
Dirò di più. Sono contro l’imposizione del celibato ai preti e sostituirei l’ora di religione a scuola con un’ora di Storia delle religioni, senza che a nominare l’insegnante sia il vescovo (o altro capo religioso) e a pagarlo sia lo Stato.
Rivedrei anche il meccanismo truffaldino dell’otto per mille e lo adeguerei ai più trasparenti sistemi di finanziamento volontario ed esentasse in vigore in altri Paesi.
Dirò ancora di più. Se ci fosse oggi una Porta Pia da sbrecciare, due colpi andrei a tirarglieli anch’io.
Ma su questa storia del crocifisso da rimuovere dalle pareti degli uffici pubblici risponderei come Sandro Pertini , presidente della Repubblica, ateo e socialista: “Solo un coglione può pensare di fare una cosa del genere”.
bamboccioni alla riscossa
Nov 07, 2009 @ 18:49:50
Carlo,
hai pubblicato il post in linguaggio html. Correggi, perchè così è illeggibile.
Redazione
Nov 07, 2009 @ 21:11:06
Carlo sta imparando… Abbiate pazienza!!! 😀
giulio
Nov 07, 2009 @ 23:37:46
Due messaggi sono mescolati.
Sull’affare del crocifisso sono d’accordo con Vulpio quasi su tutto.
Non sono praticante, non spero nel paradiso e non credo ch Lucifero mi stia aspettando, ma rispetto i miei concittadini e i loro costumi. Molti trovano conforto nella religione. Chi vuole tutto demolire dovrebbe spiegare bene che cosa intende costruire dopo.
AleG
Nov 09, 2009 @ 17:02:24
Trovo un tantino povera l’argomentazione a sostegno del crocefisso qui esposta, e secondo me articolarla di più gioverebbe al dibattito. L’unico argomento che trovo è il principio di autorità e, con tutto il rispetto per pertini, è un po’ pochino. Anzi è un principio che tendenzialmente sarebbe meglio usare il meno possibile.
Saluti.
Alessandro
Nov 09, 2009 @ 17:02:43
Scusi tanto, ma che discorso è?
Tutto bene fin quasi alla fine, ma me la vuole argomentare, per cortesia, quella botta da coglione che mi ha appena dato? Abbia pazienza, ma che l’abbia detto Sandro Pertini non mi basta.
E poi non fingiamo di dimenticare una cosa: non c’è solo l’OBBLIGO di appendere il crocifisso, c’è anche il DIVIETO di esporre altri simboli.
lorenzo
Nov 09, 2009 @ 17:51:15
con tutto il rispetto per te non mi sento un coglione, anzi..
credo che il discorso che fai sia contraddittorio..
prima dici che sei per la separazione tra stato e chiesa e poi dici che è una cazzata solo pensare di rimuovere i crocefissi dalle strutture pubbliche come uffici, tribunali, scuole, università ecc.
mi dice perché, essendo strutture dello stato, cioè di tutti, quindi laiche, dovrebbe esserci in ogni stanza un simbolo religioso che rappresenta qualcosa solo per una minoranza di cittadini?
non siamo il vaticano.
non crede che, andando più in profondità, il crocefisso possa rappresentare una discriminazione anche solo formale? per esempio in un tribunale in cui l’imputato sia musulmano; o in una classe in cui ci sia solo un ateo? ecc..
io non vedo l’esigenza di appendere questo simbolo ovunque all’interno delle strutture statali, che devono rimanere neutre.
poi a casa, in macchina, al collo o in chiesa ognuno fa ciò che vuole.
è una questione di civiltà e non di intolleranza nei confronti di un simbolo religioso.
Bolla451
Nov 09, 2009 @ 17:54:13
Coglione sarà lei. Ma come si permette!
dtm
Nov 09, 2009 @ 18:56:26
stringente argomentazione, davvero. vorrebbe spiegare meglio, per cortesia? proprio non comprendo come mai sia necessario tenersi dei crocefissi in aula.
per un altro povero coglione.
Mr.Loto
Nov 09, 2009 @ 19:42:13
Non credo si possa fare il bene della comunità in modo disinteressato senza dei valori morali. La Chiesa ( come istituzione e non come i singoli individui fallaci che la compongono) rappresenta i valori morali che, spesso, sono scomodi. Non trovo una discordanza tra i doveri di Stato ed i doveri cristiani. Tuttavia veder difendere il crocefisso più per un’arrogante presa di posizione che per una reale preoccupazione di quanto il suo significato oggi sia frainteso o dimenticato, è svilente.
Daniela
Nov 09, 2009 @ 19:54:11
Caro Carlo,
scusa per quella che sara` un lungo commento, ma questo non e` un soggetto che puo` essere liquidato in poche parole.
Ti scrivo da Cristiana Protestante, credente e praticante, e ti invito a leggere i commenti delle varie chiese evangeliche e protestanti che allego dopo il mio commento.
Da parte mia posso dire che la questione non e` tanto il crocefisso sul muro o no, ma la liberta` di religione e la separazione tra stato e chiesa in uno stato laico come l’italia.
Purtroppo la croce sul muro e` una indicazione di una religione di stato, e non un simbolo di Cristo e di quello che ha fatto o detto.
La religione, il rapporto con Cristo e` una cosa che va vissuta a livello personale e insegnata a casa, in famiglia.
Nelle scuole di stato, non ha motivo di essere, non perche` sia offensivo, ma perche` indica una preferenza religiosa a livello di Stato Italiano a scapito di altre confessioni religiose, e la costituzione dicendo che l’Italia e` uno stato laico, non permette che lo stato preferisca una religione a un’altra.
Le reazioni dei politici in questi giorni a quella sentenza sono la dimostrazione di che cosa e` diventato il crocifisso sul muro, un simbolo di una _tradizione_ religiosa che viene usata per identificare i “noi” dagli “altri” e in quel senso e` decisamente un simbolo da togliere, perche` non ci siano ne` “noi” ne` “altri”.
E` importante che ai bambini sia insegnata gia` da piccoli la tolleranza e l’uguaglianza, ma quelle si possono insegnare anche senza usare la religione, ma con i fatti, non i simboli, specie poi quando quei stessi simboli vengono usati per nascondere il peggior razzismo e intolleranza.
Quando lo stato, si prende la briga di insegnare o di dare supporto a una religione, le altre vengono automaticamente relegate a seconda classe, e se viste come “diverse” o “ostili” vengono anche attivamente opposte.
Francamente, non vorrei che fosse lo stato a insegnare ai miei figli una religione. Questa e` una scelta che voglio e devo fare io! Lo stato insegnerebbe la religione cattolica, e io, da Protestante, non la condividerei affatto.
Da ex cattolica ricordo bene i libri di storia del Liceo cattolico che frequentavo anni e anni fa, dove tutto il movimento della riforma e del protestantesimo veniva bollato come eretico e la controriforma come la risposta giusta e nobile a quel movimento eretico.
Non posso immaginare che tipo di insegnamento possano dare questi rappresentanti su altre religioni e pensieri filosofici.
Ti invito a seguire il dibattito in America sulla separazione tra Stato e Chiesa, e sul mettere in mostra in luoghi pubblici e Federali i dieci comandamenti, che qui in america sono allo stesso livello del crocifisso.
Ti invito anche ad approfondire quello che ha detto Gesu` quando disse di lasciare a Cesare quello che e` di Cesare e a Dio quello che e` di Dio.
Grazie per il tuo lavoro, e che Dio ti benedica.
ciao
Daniela
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Reazioni favorevoli della Chiesa avventista alla sentenza sul crocifisso nelle scuole
Notizie Avventiste – Martedì scorso, la Corte europea dei diritti umani ha stabilito con una sentenza che la presenza dei crocifissi nelle aule scolastiche costituisce “una violazione della libertà dei genitori di educare i figli secondo le loro convinzioni e della libertà di religione degli alunni”, accogliendo il ricorso presentato da Soile Lautsie, cittadina italiana, nel 2006.
La Chiesa avventista ha accolto con favore la sentenza, ritenendo che la scuola è il luogo dove si formano i bambini e i ragazzi di qualunque appartenenza religiosa o anche di nessuna. La scuola è inoltre pubblica e quindi un servizio dello Stato per tutta la cittadinanza; deve pertanto tenere conto di tutte le espressioni religiose e non solamente di una. Bisogna che la scuola affronti l’argomento della religione da un punto di vista culturale e non cultuale. In Italia vi è un grande bisogno di un insegnamento della storia delle religioni per offrire agli studenti maggiori elementi di conoscenza che li aiutino ad affrontare la vita.
Le dichiarazioni infuocate sul crocifisso ignorano le coordinate del problema
Tiziano Rimoldi – “Attacco mortale all’Europa dei valori e dei diritti”, “negazione, propria del laicismo più deteriore, del ruolo del cristianesimo nella società e nell’identità italiana”, “queste decisioni ci allontanano dall’idea di Europa di De Gasperi, Adenauer e Schuman. Di questo passo il fallimento politico è inevitabile”. Queste e altre ancora le reazioni di molti leader politici, quasi che davvero l’esposizione del crocifisso sui campanili, sulle vetrate e sugli altari delle chiese, agli angoli delle strade, nelle classi delle scuole cattoliche, nei chiostri dei conventi, sulle montagne, nei santuari, al collo dei fedeli, ecc., fosse stata messa al bando!
Nelle dichiarazioni infiammate che si leggono in questi giorni sulla sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo sul crocifisso emerge una sostanziale mancanza di conoscenza o la deliberata volontà di ignorare le coordinate del problema, che a mio modesto avviso sono le seguenti:
1. L’esposizione del crocifisso è prescritta da disposizioni di carattere amministrativo, non da leggi. In particolare l’art. 118 del Regio Decreto n. 965 del 1924 prevede per le scuole medie che “Ogni istituto ha la bandiera nazionale; ogni aula, l’immagine del Crocifisso e il ritratto del Re”, mentre per le scuole elementari l’allegato C del Regio Decreto n. 1297 del 1928 prevede tra gli arredi delle classi “1. Il Crocifisso. 2. Il ritratto di S. M. il Re”. Queste disposizioni sono state confermate da una circolare ministeriale del 1967 sugli arredi scolastici.
2. Le disposizioni amministrative sopra citate sono state emanate in un periodo nel quale era vigente il principio della confessionalità dello Stato. Infatti lo Statuto albertino, al suo articolo 1, recitava: “Art. 1. La Religione Cattolica, Apostolica e Romana è la sola Religione dello Stato. Gli altri culti ora esistenti sono tollerati conformemente alle leggi”. È di tutta evidenza che uno Stato che adotta come sua sola religione quella cattolica si faccia carico di esporne i simboli accanto a quelli dell’autorità regia, in questo caso il ritratto del Re.
3. Le disposizioni suddette sono state emanate da governi presieduti da Benito Mussolini, Duce del fascismo, che aveva interesse ad accattivarsi le simpatie della Chiesa cattolica e che sarà l’artefice, per parte italiana, della Conciliazione e della firma dei Patti lateranensi nel 1929. In particolare il Trattato fra la Santa Sede e l’Italia ribadisce all’art. 1 che “L’Italia riconosce e riafferma il principio consacrato nell’art. 1 dello Statuto del Regno 4 marzo 1848, nel quale la religione cattolica, apostolica e romana è la sola religione dello Stato”.
4. L’Accordo di Villa Madama del 1984 che ha modificato i Patti lateranensi, nel suo protocollo addizionale, stabilisce “In relazione all’articolo 1…Si considera non più in vigore il principio, originariamente richiamato dai Patti lateranensi, della religione cattolica come sola religione dello Stato italiano”. Dal 1984 quindi l’Italia non è più uno Stato confessionale.
5. La Corte costituzionale, con sentenza 12 aprile 1989, n. 203, ha affermato che la laicità rientra tra i principi supremi dell’ordinamento costituzionale. Tale sentenza è stata resa nell’ambito della valutazione della costituzionalità dell’insegnamento della religione cattolica e ha stabilito che gli alunni che frequentano la scuola dell’obbligo si trovano, rispetto alla frequenza dei corsi di religione cattolica impartiti a spese dello Stato per effetto delle disposizioni concordatarie (che sono leggi, non provvedimenti amministrativi), nello stato di non-obbligo, cioè innanzitutto non vi è l’obbligo di assistere a tali lezioni: “Il principio di laicità, quale emerge dagli artt. 2, 3, 7, 8, 19 e 20 della Costituzione, implica non indifferenza dello Stato dinanzi alle religioni ma garanzia dello Stato per la salvaguardia della libertà di relig ione, in regime di pluralismo confessionale e culturale”.
Per concludere: l’Italia non è più uno Stato confessionale. Al contrario, l’Italia è uno Stato laico, che tutela il pluralismo religioso. Anche quando impartisce l’insegnamento della religione cattolica, garantisce però, in nome del pluralismo e della libertà religiosa, la possibilità di non essere costretti ad assistervi. Ecco perché, al di là di chi si offende o di chi non si offende (è molto antipatico etichettare la sensibilità degli altri come “eccessiva” o “ideologica” quando si parte da posizioni dominanti), lo Stato garantirebbe meglio la laicità delle istituzioni smettendo di prescrivere che ogni aula sia dotata di un crocifisso (per il ritratto di Sua Maestà il Re per fortuna si è già provveduto in tal senso).
Le Chiese evangeliche accolgono con favore la sentenza sul crocifisso nelle scuole
Notizie Avventiste/Nev – Oltre alla Chiesa avventista, anche tutto il mondo evangelico ha reagito positivamente alla sentenza della Corte europea che boccia il crocifisso nelle scuole pubbliche.
“Dopo le polemiche sul credito scolastico per chi si avvale dell’insegnamento della religione cattolica, e dopo quelle sull’ora di islam, scoppia ora con clamore un caso sul crocifisso. Una sentenza che vediamo favorevolmente perché ribadisce l’idea che la libertà religiosa e il rispetto di tutte le fedi sono alla base di un’Europa pacifica e civile”, ha affermato Domenico Maselli, presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (Fcei), in un comunicato diramato all’indomani della sentenza.
La moderatora della Tavola valdese, pastora Maria Bonafede, dalle pagine del sito web dell’Unione delle chiese metodiste e valdesi, ha dichiarato: “È una sentenza che tutela i diritti di chi crede, di chi crede diversamente dalla maggioranza e di chi non crede. Ancora una volta emerge la fragilità, logica prima e giuridica dopo, della tesi secondo cui il crocefisso imposto nelle aule italiane non è un simbolo religioso ma sarebbe l’espressione della cultura nazionale. La sfida oggi è invece quella del pluralismo delle culture e della convivenza tra chi crede e chi non crede nel quadro del valore costituzionale della laicità”.
Per la pastora Anna Maffei, presidente dell’Unione cristiana evangelica battista d’Italia (Ucebi): “Ridurre Cristo crocifisso in un segno di appartenenza che marca il territorio di uno Stato e difenderlo come simbolo nazionale significa aver completamente travisato la fede cristiana. Cristo si affidò a una parola nuda da annunciare, non a simboli nazionali da preservare. I cristiani dovrebbero farsi portatori disarmati di questa parola e non pretendere niente”.
Il decano della Chiesa evangelica luterana in Italia (Celi), pastore Holger Milkau, ha affermato che “lo spazio pubblico non è il luogo dove esprimere prepotenze. Ovviamente la croce e il crocifisso sono simboli fondamentali del cristianesimo, ma non devono diventare motivo per oppressioni o liti”.
Infine, l’Alleanza evangelica Italiana (Aei), in un suo comunicato, ha considerato “molto positivamente” la sentenza della Corte europea.
pier
Nov 09, 2009 @ 19:54:14
…allora sono fiero di essere un coglione!!!
foxxya
Nov 09, 2009 @ 23:09:25
Le soluzioni sono molte: togliere il crocefisso e mettere un bignami, simbolo dello studente odierno. Togliere qualsiasi simbolo religioso dalla parete dell’aula. Lasciare che ogni studente proponga il simbolo che preferisce per sviluppare il dialogo fra culture diverse, ponendo un simbolo per ognuna di esse se vi sono nella medesima classe per esempio: cristiani, ebrei, buddisti e islamici. Fregarsene di una polemica inutile sia se il crocefisso viene messo, sia se viene tolto.
foxxya
Nov 09, 2009 @ 23:13:19
PS: personalmente credo che
Togliere ogni simbolo religioso = dittatura che impone scelte atee-laiche agli altri
Mettere più simboli religosi = democrazia
Mettere bignami = ironia sull’ignoranza dello studente italiano
Fregarsene della polemica = maggioranza di comportamento degli italiani sull’argomento.
Saluti
Losna
Nov 09, 2009 @ 23:58:22
E’ la seconda volta che mi prendo del coglione, la prima era di Berlusconi perché voto a sinistra ed ora la sua perché chiedo solo il rispetto di una sentenza civile. Lei è dunque in buona compagnia! E sono contento di non aver dato la preferenza a lei durante le ultime elezioni pur avendo votato IDV! Ha perso la mia stima.
Alessandro
Nov 10, 2009 @ 00:04:19
Mah, non c’è uno straccio di argomentazione a sostegno della sua tesi. Crede che acquisti valore solo per l’ipse dixit? Se crede che questo unito alla visibilità del suo blog renda autorevole la sua opinione, priva di argomentazioni ed offensiva nei confronti di chi la pensa diversamente, si sbaglia di grosso…
Laura
Nov 10, 2009 @ 00:28:53
Ahhh se l’ha detto Pertini…..
Allora….
Deboluccio come articolo, da un giornalista mi aspetto delle argomentazioni piu’ articolate.
Coglione e’unisex???
Davide Lombardo
Nov 10, 2009 @ 12:54:08
Signor Vulpio, come può vedere dai commenti precedenti ai miei, questo è il tenore culturale di chi la segue, forse sarebbe meglio che lei e i suoi amici faceste qualcosa per cambiare interlocutori, non crede?
Vincenzo
Nov 12, 2009 @ 19:27:20
o alternativamente, caro signor Davide Lombardo, può essere che Vulpio dica la sua e si sottoponga in maniera democratica al pensiero dei suoi lettori.
Vulpio è seguito dalle persone che gli conferiscono stima e se la maggioranza delle persone che gli conferiscono stima ha questo modo di pensare allora cambiare interlocutori vorrebbe dire rivolgersi a tutti quelli che non hanno appoggiato Vulpio nei giorni in cui veniva “trasferito” dal suo giornale.
nemopesciolino
Nov 10, 2009 @ 13:47:07
Difendere il crocifisso come simbolo del cristianesimo e’ pure apostasia. Ormai tutti sanno che la croce e’ un simbolo precristiano-pagano con connotazioni pornografiche (visitare British Museum) e Gesu e’ morto su un palo. Fate ricerche su Internet
Jason
Nov 10, 2009 @ 15:12:24
Banali, ignoranti, ignavi. Vivete in un paese ad alta vocazione mafiosa da sempre e vi scandalizzate se vi toccano quel simbolo nelle aule. La Ragione ha vita difficile da voi. Le vostre scelte sono condizionate dall’emotività, non del cuore ma dei visceri, la peggiore.
Diego Palombella
Nov 10, 2009 @ 15:31:54
L’affermazione mi sembra pesantina e non la condivido per nulla.
La laicità avrà un suo valore. Guardiamo anche negli altri paesi europei. Saranno mica tutti coglioni (uso la parola perché l’hai usata tu)? Io lo sarei stato, con orgoglio.
Con stima immutata.
Luca V
Nov 10, 2009 @ 16:33:06
Per quanto La rispetti come giornalista e come uomo, trovo che stavolta la sua ultima frase sia un’enorme caduta di stile. E non per il “coglione” (termine che dopo la celeberrima uscita di Berlusconi ha assunto per me il significato di croce al merito, di cui vado orgoglioso) ma perché non poggia su alcun tipo di argomentazione e sembra cozzare completamente con il ragionamento da Lei fatto nelle righe precedenti.
Vorrei inoltre puntualizzare una cosa: il favore con cui chi è ateo ha accolto questa sentenza NON E’ nè vuole essere un attacco al cristianesimo o un volerlo sminuire (personalmente, pur non credendo, rispetto la religione cristiana perché so a quante persone dia sostegno e conforto). E’ semplicemente il ribadire che qualsiasi altra religione dovrebbe avere pari dignità e non essere discriminata com’è ora. Vogliamo mantenere il crocefisso in classe? Benissimo, nessun problema, pur non essendo io credente non mi da alcun fastidio. Ma accanto ad esso mettiamo anche i simboli delle altre religioni. Se si fosse deciso così sarei stato il primo ad andare per le scuole a martellare chiodini sui muri. Perché avrei avuto l’impressione di vivere in una vera democrazia e non in un “blob” amorfo com’è ora l’Italia.
nemopesciolino
Nov 10, 2009 @ 16:49:17
Mi chiedo cosa proverei se un mio carissimo amico fosse messo a morte ingiustamente? Mi chiedo se per ricordarmi di lui mi farei una copia dello strumento con cui è stato ucciso? (tipo nodo scorsoio, spada, pistola o sedia elettrica) Penso che abborrirei quell’oggetto piu’ che ritenerlo un oggetto caro. Invece penserei piu’ al mio amico come persona ed esempio.
chiara
Nov 10, 2009 @ 17:51:24
sono d’accordo fino all’ultima frase. Se c’e’ anche un solo genitore o un alunno a cui vedere un uomo crocifisso, con chiodi alle mani e corona di spine, da’ fastidio, quel crocifisso va tolto.
Gianni Fiorani
Nov 10, 2009 @ 18:14:32
Caro Vulpio,
il suo mi sembra un ragionamento da politicante vecchio stile.
Prima mette le mani avanti per dimostrare la sua laicità di principio usando anche argomenti antistorici ( cosa c’entra porta pia? nessuno le chiederà di picconarla,stia tranquillo!) per arrivare alla fine dove sta il succo del pensiero,che è l’esatto contrario di quanto affermato fino lì.
I “c oglioni” come me,magari sarebbe più pertinente utopisti,nevvero?,pensano proprio che quel simbolo ,in presenza del quale sono stati sterminati eretici ,popolazioni pagane e cristiane,sono state mosse guerre al grido di “dio lo vuole”(vada oltre Jemolo) non dovrebbe stare in luoghi pubblici che si definiscono laici.
Probabilmente era anche presente il crocifisso nei luoghi dove è stato martirizzato Stefano Cucchi.
Non è per nulla obbligatorio fare i tuttologi,anzi molto spesso il tacere è bello.
Saluti
Andrea
Nov 11, 2009 @ 01:29:29
Vulpio, mi meraviglio di Lei!!! Tutte le premesse andavano bene e poi??? Se lo Stato è laico, non bisogna esporre simboli religiosi negli edifici pubblici!!!! Lo Stato laico è neutrale!
Roberto
Nov 11, 2009 @ 02:51:12
Si fa vanto di tutti i possibili argomenti da laico liberale per poi dare valore di riflesso ad una tesi che contraddice in pieno quegli stessi argomenti, e lo fa dando anche del coglione a chi la pensa diversamente da vero laico.
Davvero un pessimo esempio di oratoria.
Giovanni Nicosia
Nov 11, 2009 @ 06:43:45
Bello, prima a darmi del coglione era solo Berlusconi. Oggi ci si mette anche chi, non si capisce perchè, vuole conservare idoli di legno appesi alle pareti di muri che sono proprietà di tutti i cittadini, atei e bestemmiatori compresi, e che quind per rispetto loro non dovrebbero mandare messaggi di parte.
Ma che cristiani siete se vi attaccate al vitello d’oro?
Ma che democratici siete se volete imporre la vostra religione?
CHe cosa vale una religione imposta con l’inganno o con l’autorità? Cosa vale il Cristianesimo italiano? NULLA
robertino89
Nov 11, 2009 @ 19:04:24
Come al solito, caro Carlo, ti confermi il grande che sei! Comunque complimenti per l’articolo su “Il fatto quotidiano” riguardante Toxic Taranto; era splendido, nonostante molto angosciante. Come ben saprai, Taranto, che è una bella città, è considerata dallo Stato un pò come Napoli, cioè il cesso d’Italia, al punto da essere dimenticata. Ed è proprio per questo motivo che quando ho letto il tuo articolo sono stato contento di vedere un pò di nero su bianco che riguardasse la situazione della mia città, che è davvero critica. Il mio voto è passato da Veltroni (alle politiche) a te (alle europee). Pensa un pò che progressi mentali ho fatto! Sono sempre più soddisfatto di sostenerti. Con stima, tanti saluti
Mattia
Nov 11, 2009 @ 19:49:49
Cacchio…partito cosi bene, mi sei caduto sul finale! Se la pensi così vorrà dire che la prossima volta, se avrò la possibilità di esprimere delle preferenze alle elezioni, farò a meno di scrivere il tuo nome! Al contrario di quello che ho fatto per le europee!
Luca Gambetti
Nov 12, 2009 @ 15:31:20
Buongiorno Vulpio,
la ringrazio per avermi dato del coglione. Non contraccambio, ma mi limito a farle osservare che la Corte Europea per i Diritti dell’Uomo non ha affatto chiesto di rimuovere il crocifisso dalle aule scolastiche; si è limitata ad impedire che sia obbligatorio esporlo. Questa posizione è, a modesto parere del coglione che scrive, assolutamente corretta.
Luca Gambetti
Nov 12, 2009 @ 15:40:28
…un’ultima osservazione; Pertini stava parlando del crocifisso nel SUO ufficio, e mi sembra una cosa molto diversa.
luigi
Nov 12, 2009 @ 16:01:12
Molti dicono di vergognarsi di essere italiani, io mi vergogno di essere umano.
Carlos Pagliarulo
Nov 12, 2009 @ 17:17:21
Se è interessato, qui troverà il mio punto di vista, in una lettere inviata al direttore dell’unità Concita De Gregorio:
http://carlospagliarulo.wordpress.com/2009/11/10/religione-lettere-inviata-al-direttore-dellunita-concita-de-gregorio/
Roberto Grendene
Nov 12, 2009 @ 18:40:53
Dalle sue premesse, mi vedo dare gratuitamente del coglione. E senza argomentazioni.
Sono dirigente dell’Uaar, Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti, (tra i presidenti onorari Margherita Hack, Sergio Staino, Carlo Flamigni, Piergorgio Odifreddi, Danilo Mainardi) associazione che ha sostenuto e curato l’iter giuridico che ha portato alla Sentenza della Corte Europea dei diritti dell’uomo.
Una sentenza che ha detto una serie di ovvietà: che il crocifisso è un simbolo religioso (non folkloristico-culturale); che esporlo in un ufficio dello stato discrimina e mostra come una certa religione goda di preferenze da parte dello stato.
Non ci sentiamo offesi dal crocifisso: ci sentiamo discriminati.
Togliere il crocifisso (al pari di altri eventuali simboli religiosi / ideologici) non lascia il vuoto! Al contrario. Le aule frequentate dai miei figli sono piene di disegni, fotografie, cartine geografiche, ricerche, grafici, e tanti lavori e documenti sottoponibili all’analisi critica e rimuovibili e sostituibili senza scandali.
E’ il crocifisso, come ogni altro oggetto sacro, che crea il vuoto attorno: non gli si puo’ affiancare niente (blasfemia!), a toglierlo si solleva il finimondo, occorre tributargli un rispetto superiore, è lì appeso in ragione di una ossessione identitaria degna del Ventennio. Ventennio in cui, dopo anni che era stata finalmente creata la scuola pubblica statale, fu imposto il crocifisso in classe.
Lasciamo il crocifisso nei luoghi di culto, oppure al collo di chi lo vuole portare, e se deve entrare nella scuola pubblica lo faccia come oggetto di studio tra gli oggetti di studio, all’interno di ricerche critiche sui simboli antichi e moderni, religiosi e non religiosi.
Ma non esposto come simbolo identario e smerciato come tradizione e “cultura”. Dovrebbe offendere tanti credenti (e infatti ne conosco tanti che la pensano come me)
Leone Martelli
Nov 15, 2009 @ 13:58:15
guardate cosa ho trovato su youtube…povero molise…