Il “laboratorio politico” del centrosinistra che la Puglia, a torto, si vanta di essere, ha già consegnato il governo della Regione al centrodestra. Le elezioni di marzo serviranno soltanto a stabilire le cifre della sconfitta: 35 per cento a 65,oppure 40 a 60, o tutt’al più un 45 a 55.
Non che il centrodestra non sia favorito a prescindere, visto il disastroso risultato complessivo della giunta regionale uscente e, soprattutto, lo scandalo della Sanità (soffocato il più possibile, finora anche in sede giudiziaria, nonostante nei modi e nelle proporzioni si presenti come il più pesante d’Italia), ma insomma, con un po’ di buona volontà e facendo pulizia al suo interno forse il centrosinistra avrebbe potuto emendare se stesso e ripartire con il piede giusto.
Invece no. E tutto questo soprattutto per “merito” di un uomo solo al comando, quel Vendola Nicola da Terlizzi che sta dimostrando di essere ciò che è sempre stato: un lupo travestito da agnello, un membro di apparato sotto le mentite spoglie di politico naif, un commerciante levantino di parole finte e un politicante dalla doppia morale, un pifferaio che porta i topi a morire ma li accarezza prima di farli annegare.
Vendola non è il solo a essersi dimostrato attaccato al potere, è vero. Ma Vendola è peggiore degli altri perché giura e spergiura di non essersi fatto “stravolgere, né mangiare il cuore dal potere”. Lui, il più pagato presidente di giunta regionale d’Italia, con i suoi 25 mila euro al mese. Lui, “l’ambientalista” che vende come una conquista la legge-truffa sui limiti di emissione della diossina a Taranto (come ho dimostrato nel mio libro “La città delle nuvole”), dove si produce il 93 per cento della diossina italiana e dove ogni due settimane un bambino si ammala di leucemia. Lui, che ha firmato sei contratti ventennali per altrettante discariche con la Cogeam, in cui spiccano il gruppo Marcegaglia e la Tradeco, società, quest’ultima, leader nella raccolta e nello smaltimento dei rifiuti al Sud, ma anche grande elettrice di Vendola e dell’ex assessore regionale alla Sanità, Alberto Tedesco (Pd, indagato per gravi reati), e soprattutto società i cui vertici sono inquisiti in blocco per quella connection rifiuti-sanità che è il cuore nero delle inchieste sulla Sanità in Puglia.
Nonostante tutto questo e molto altro, compresa la elargizione di denari a pioggia nel periodo pre-elettorale (Con 150 milioni Vendola ha già vinto), il Vendola ligio osservante della democrazia parlamentare all’improvviso si scopre populista e per conservare la cadrega ora si appella direttamente al popolo. Anzi, come dice lui, “il mio popolo”. Ma sì, “mira il tuo popolo, o bella Signora…”, nemmeno fosse la Madonna.
Se c’era una speranza, anche piccola piccola, di poter contendere il governo regionale al centrodestra con una coalizione (Pd, Udc, Idv, Prc, Verdi, ecc.) che sembra la quadratura del cerchio, ma che aveva trovato un accordo sul nome del sindaco di Bari, Michele Emiliano (Pd), questa speranza è evaporata grazie all’accanimento terapeutico di Vendola su se stesso. Il quale magari spera di risuscitare grazie alla possibilità che l’Udc vada da sola e poi, se vince lui, dietro congrua ricompensa (che so, la vicepresidenza), l’Udc si butti a sinistra. Un ragionamento contorto e doppiogiochista? Certo, ma come credete che si ragioni dietro le quinte?
“Mi candido lo stesso, anche se Udc e Idv non sono d’accordo sul mio nome”, ha detto Vendola. Candidarsi a tutti i costi è un suo diritto, per carità, ma significherà pure qualcosa il fatto che, appresa la notizia, nel centrodestra abbiano stappato in anticipo lo spumante? E che anche don Luigi Verzè, il prete fondatore dell’ospedale San Raffaele di Milano, grande amico ed estimatore di Vendola, abbia fatto salti di gioia nonostante i suoi novant’anni?
Don Verzè, un paio di mesi fa, a Milano, dichiarò che i pugliesi avrebbero dovuto votare Vendola, perché, “come Silvio Berlusconi , è una di quelle poche persone che hanno un fondo di santità”.
Se non sarà così, aggiunse il vegliardo, chiamerò Vendola a fare il presidente del nuovo ospedale San Raffaele. Il prete – del quale papa Paolo VI disse che doveva stare un po’ più vicino a Dio e un po’ più lontano dagli affari (che infatti lo hanno portato spesso ad avere a che fare con la giustizia) – non parla tanto per parlare.
Il San Raffaele a cui si riferisce don Verzé è un nuovo ospedale, un affare da 300 milioni di euro, da costruire, guarda un po’, a Taranto, per farne “il San Raffaele del Mediterraneo”.
Come mai, se a Taranto di ospedali ce ne sono già due (grandi e nuovi, ma lasciati andare in malora)? Per farne un centro oncologico – azzarda qualcuno –, così l’acciaieria Ilva e il polo industriale preparerebbero i morti e l’oncologico, alla fine della triste filiera, li accoglierebbe, prima di passarli al camposanto.
Ma no, scemini, no. Il “nuovo San Raffaele”, con i rimborsi per i malati terminali, ci farebbe gli spiccioli per la birra. Il nuovo ospedale invece punterebbe alle protesi (sì, proprio le protesi degli scandali recenti), che sono la vera, nuova frontiera del business sanitario.
Ma torniamo alla cosiddetta “guerra fratricida” che Vendola ha ingaggiato con il suo ex sodale Michele Emiliano, per la candidatura alla presidenza della Regione Puglia.
Vendola ha cominciato con il mandare in giro per la Puglia una pattuglia di 40-50 persone, sempre le stesse, che “in suo nome” interrompono e disturbano le assemblee di altri gruppi politici – non solo del Pd, com’è accaduto a Bari, ma anche di altri gruppi del centrosinistra, quali Verdi, Prc, Idv, associazioni della società civile, com’è accaduto in diverse altre città pugliesi. Poi, con il sostegno di gran parte della stampa e della tv, ha intonato una lamentazione pubblica per dare di sé l’immagine di persona “al di fuori dei partiti” (!) e di politico partorito direttamente dal ventre del popolo. Infine, ha giocato a fare il candidato “anche” del Pd pur senza far parte del Pd. E questo grazie a una “sponda interna” del Pd, in cui si distinguono per l’alacrità dell’impegno a favore di Vendola il segretario regionale Pd, Sergio Blasi , e l’assessore regionale alla Trasparenza, Guglielmo Minervini .
Blasi è sindaco di un piccolo comune del Salento, Melpignano , noto per la “Notte della Taranta”, e non si capisce perché non abbia continuato a occuparsi di “pizzica”, visto che lo aveva fatto così bene. Mentre Minervini, come assessore regionale alla Trasparenza, si è distinto, nonostante i circa 20 mila euro al mese di stipendio per garantire, appunto, trasparenza, per aver sempre fatto orecchio da mercante (come Vendola) con le ventiquattro associazioni di Taranto che gli chiedevano di pubblicare online i risultati delle analisi (autofinanziate) sul latte e sul formaggio contaminati dalla diossina.
In tutta questa faccenda Michele Emiliano, che pure non è un ingenuotto, fa tutt’al più la figura dell’orso del luna park, tre palle un soldo e chi vuol colpire il bersaglio faccia pure, purché colpisca bene. Non che Emiliano sia una “vittima”, dal momento che si è infilato in una lotta di potere diventata ogni giorno più squallida. Ma, contrariamente alle apparenze, è lui l’anello debole adesso, anche perché non ha le malizie di Vendola.
Quest’ultimo, pensate, è riuscito a imporre in agenda il tema “primarie” , quella specie di elezioni che dovrebbero certificare la democraticità della scelta di un candidato. Scrivo “primarie” tra virgolette perché in Italia queste “elezioni” sono una pagliacciata: non c’entrano nulla con il nostro sistema costituzionale ed elettorale e nemmeno con il nostro bipolarismo forzato, che è soltanto una caricatura del bipartitismo americano.
Ma le “primarie” che vuole Vendola sono ancora peggiori. Poiché sono soltanto quelle che piacciono a lui. Come le “primarie” del 2005, per intenderci, quando – lo scrissi, in perfetta solitudine, sul Corriere della Sera – Vendola vinse con il fortissimo sospetto di brogli contro Francesco Boccia (attuale deputato Pd, che solo oggi denuncia pubblicamente quei brogli). Vendola in alcune sezioni raccolse anche percentuali del 90 per cento , con seggi e schede controllati e scrutinati dai suoi sostenitori.
Per la cronaca, anche le elezioni regionali che seguirono, Vendola le vinse sotto la nerissima ombra del sospetto di trucchi e di brogli. Raffaele Fitto , piaccia o no, le perse anche perché migliaia di schede e di verbali erano stati “ritoccati” a suo sfavore. Ci furono ricorsi e controricorsi, ma la decisione finale, contro una giurisprudenza che fino a quel momento si era regolata in senso opposto, bocciò Fitto e promosse Vendola e, soprattutto, stabilì che le schede sospette non dovessero essere ricontrollate.
Le uniche elezioni che le truppe cammellate di Vendola non sono riuscite a condizionare (com’è accaduto in Calabria , per esempio, dove per questi episodi ci sono state denunce degli stessi militanti) sono state quelle per la segreteria del Prc.
Vinse Paolo Ferrero , l’attuale segretario, una persona seria e per bene, ma Vendola non gradì e abbandonò il Prc. Come quelli che giocano a pallone ma se non vincono abbandonano la partita e si portano via pure il pallone.
E tuttavia Vendola invoca “primarie”. Ma di chi, e con chi, nessuno glielo chiede. “Primarie” di coalizione? E di quale coalizione, se nel centrosinistra non ce n’è lo straccio di una che sia una? “Primarie” interne al Pd? Ma allora perché non si iscrive al Pd e la fa finita?
L’idea che Vendola, da portavoce nazionale del suo nuovo partito, Sinistra e Libertà, possa imporre “primarie” a un altro partito, il Pd, e contemporaneamente alzi il ditino per giudicare l’Udc e l’Idv “cattivi” se non lo appoggiano, “buoni” se lo sostengono, o è un’idea da neurodeliri o, più probabilmente, è un modo per stare al centro della scena, per stare a galla comunque vada,. “O io, o nessun altro” insomma, oppure, se preferite, “Dopo di me, il diluvio”.
E Michele Emiliano? A questo punto, o lascia perdere e continua a fare il sindaco di Bari, dove è stato rieletto sei mesi fa, oppure, se ci crede davvero, spariglia le carte e si candida alla guida della Regione. Ma deve farlo senza chiedere di modificare la legge che impone al sindaco di dimettersi preventivamente. Legge che, per quanto fortemente dubbia dal punto di vista della sua costituzionalità, se venisse modificata in corsa apparirebbe come una misura “ad personam”.
Se Emiliano si candidasse senza questo “paracadute” si giocherebbe tutto. Ma andrebbe alla battaglia con argomenti non molto diversi – acqua pubblica, rifiuti, energia – da quelli ripescati da Vendola solo a tre mesi dalle elezioni. Emiliano potrebbe cioè giocarsi un programma elettorale che gli darebbe una statura politica di alto livello, sia per i contenuti, sia perché non sospettabile di essere stato dettato dall’alto o da altri (le ipotesi di “ mani sull’Acquedotto pugliese”, per intenderci, addebitate al quartetto D’Alema-Letta-Casini-Caltagirone).
La candidatura di Emiliano e il suo programma, inoltre, costringerebbero Vendola a uscire allo scoperto. Poiché se Vendola si candidasse lo stesso – come ripete ossessivamente – invece di appoggiare Emiliano, che avrebbe dalla sua la più ampia coalizione possibile, fornirebbe la prova che l’unica “Puglia migliore”, per Vendola, è quella che va meglio a lui. A quel punto, anche gli elettori più ingenui capirebbero e si comporterebbero di conseguenza.
Ma c’è un ma: affinché questo accada, Emiliano dovrebbe avere il coraggio di fare una mossa ardita e inusuale per la palude politica italiana. Che gli darebbe grande solidità e autonomia politica, se gli riuscisse, ma che potrebbe anche scontentare i suoi referenti romani.
Quindi, non se ne farà nulla. Il centrodestra vincerà (o vincerà Vendola, se funziona l’accordo sottobanco con l’Udc), ci saranno un po’ di polemiche post elettorali, e poi Vendola andrà in vacanza in un’isoletta dell’ Egeo. Magari insieme con Emiliano. Ma anche no. Chissà.
fr. ettore
Gen 02, 2010 @ 12:07:29
fa riflettere.
Giuseppe Z
Dic 17, 2010 @ 15:22:26
Mi fa piacere che non sono il solo a conoscenza di queste cose,da notare che il tuo blog non è reperibile cercandolo da google italia
giulio
Gen 02, 2010 @ 12:33:55
Articolo superbo, come al solito. C’è da rodersi il fegato al pensiero di ciò che Vulpio avrebbe potuto fare se le alchimie politiche non gli avessero sbarrato la strada per essere eletto al parlamento europeo.
Resta il fatto che Vulpio definisce Emiliano sodale di Vendola. E qui finisce ogni speranza di avere un giorno un partito che sia a sinistra e non semplicemente e illusoriamente di sinistra e che per davvero tuteli gli interessi dei cittadini italiani.
Cristian Bottazzi
Gen 02, 2010 @ 16:56:07
Carlo, come è nel tuo modo di fare giornalismo, un’articolo, per tutti noi bisognosi della verità e della conoscenza, ECCEZIONALE!!!
Peccato che i tuoi articoli non trovino eco sui Giornali (mi riferisco al Fatto Quotadiano) e in qualche trasmissione televisiva…ma siamo sempre alle solite…le verità scomode non possono essere divulgate!Ti ringrazio e non mollare mai…continua così…abbiamo bisogno di te e del tuo modo di fare giornalismo!
michele
Gen 03, 2010 @ 11:20:54
Se è veramente questo il quadro della situazione politica del centrosinistra in Puglia ci sarebbe da mettersi le mani nei capelli. Mi domando però se i cittadini pugliesi sono al corrente di tutto ciò, o come in Italia tutta, sono informati solo parzialmente, e si basano solo sull’appeal delle persone per dare il loro consenso.
Spero francamente che non corrisponda tutto al vero quello che ho letto, però mi sembra che a sinistra continuiamo a farci del male, senza sapere bene di chi è la colpa.
Indubbiamente fino a prova contraria l’ autore gode di tanta stima da parte di tanti onesti cittadini, per cui non mi sentirei di dire che dica cose inesatte o inesistenti, e d’altra parte anche Vendola era giudicato e penso lo sia ancora una persona di cui fidarsi. Gli scandali della Puglia non sono mi sembra da addebitare a lui se qualche assessore, poi rimosso, si sia fatto corrompere.
Costruiamo qualcosa di positivo, non distruggiamo tutto!
dubbioso
Gen 03, 2010 @ 16:18:33
Condivido tutto l’articolo soprattutto i fatti descritti, ma sulla questione candidatura, Vulpio dimentica che Emiliano è il sindaco di Bari e lascerebbe un vuoto che dal punto di vista elettorale causerebbe non pochi problemi laddove il sindaco è stato trainante anche durante le primarie del pd.
2° Punto: Perchè Emiliano dovrebbe essere migliore di Vendola? E’ l’uomo richiesto dai magnifici 4 (d’alema, letta, casini, caltagirone) e dubito che sia in grado di prendere distanze dalle loro ambizioni di potere denominato acquedotto pugliese. Pensate come si divertirà in centro dx a deriderli dai palchi.
In parole povere, affondo Emiliano, Vendola e quel Boccia che sotto sotto fuoriesce e che farebbe gli interessi di Letta.
Serve sostenere un nome proposto dall’Idv, probabilmente sarebbe il meno intasato di logiche di potere…magari perchè no…CLAUDIO VULPIO…ci faccia un pensierino
melandroweb
Gen 04, 2010 @ 11:47:18
Che tristezza
giulio
Gen 04, 2010 @ 15:21:53
Se pensi a Carlo Vulpio sai bene che è impresentabile! E’ scomodo! Ma dove siamo, mica questi signori si danno da fare per i nostri begli’occhi!
Vulpio e altri ci hanno perfettamente descritto quale è il sole che fa muovere tutti questi pianeti: potere e denari. Assenti i cittadini restano i giochi da sottoscala e gli inciuci.
laura raduta
Gen 04, 2010 @ 15:32:04
alla faccia dell’ambientalismo:
come si fa a diffendere uno che fa 5 “Termovalorizzatori” e che sicuramente(se no è ancora piu grave) conosce i danni enormi e irreparabili di questi impianti inquinatori?? questo sarebbe gia motivo abbastanza per dire che è un buffone..per non usare altri aggettivi…
Cosimo Damiano Guarini
Gen 04, 2010 @ 20:49:29
Un quadro politico regionale praticamente distrutto e desolante. Ma all’OTTIMO articolo di Carlo io aggiungerei un dubbio “piccolo piccolo”: e se fosse già stato tutto organizzato a tavolino, dove tra Aqp, Sanità, Rifiuti, Energia, etc., a livello nazionale e regionale hanno già diviso la torta?
Se così fosse, le prossime elezioni regionali avranno lo stesso senso delle primarie . . .
giulio
Gen 05, 2010 @ 00:57:54
Intervento fuoritema.
Oggi Di Pietro ha lanciato un appello a Bersani.
http://www.antoniodipietro.com/2010/01/post_49.html
Chiede di stringere i ranghi e cerca la concordia fra le forze di sinistra. Si tratta di un fatto positivo, ma la sua démarche sarebbe completamente comprensibile se, sempre per far chiarezza, non si limitasse a non dimenticare Vulpio, ma facesse un bel numero di passi atti a farci dimenticare il pasticiaccio brutto.
Possiamo sperarlo?
laura raduta
Gen 05, 2010 @ 03:39:26
tanto per rinfrescarci la memoria(qualè??):
http://archiviostorico.corriere.it/2005/giugno/24/Bianchetti_somme_sbagliate_verbali_dei_co_8_050624002.shtml
http://archiviostorico.corriere.it/2006/aprile/07/Regionali_Puglia_caso_dei_brogli_co_9_060407090.shtml
http://archiviostorico.corriere.it/2005/luglio/11/Fitto_schede_sospette_Puglia_sembra_co_9_050711021.shtml
http://archiviostorico.corriere.it/2005/luglio/15/Pellegrino_capisco_Fitto_riconosca_aver_co_8_050715018.shtml
rossella
Gen 05, 2010 @ 19:17:55
Caro Carlo perchè non inserisci questo tuo magistrale articolo tra i commenti della gazzetta
del mezzogiorno dove quotidianamente i supporters di Vendola inneggiano al loro idolo? Se mi autorizzi posso farlo io!
Auguri di buon anno!
carlo vulpio
Gen 05, 2010 @ 19:32:49
buona idea. autorizzo. 🙂
giuseppe a.
Gen 06, 2010 @ 00:09:48
quindi il consenso del Nichi si basa sul foraggiare.come lo è sempre stato nella prima repubblica
i suoi galoppini si muovono come i galoppini della prima repubblica.
siamo iscuri che con i suoi complimenti Don Verza volesse aiutarlo o è uno scherzo da prete.
allora avanti un altro.che la fortuna arridi ad altre cerchie socio-politiche
Alessandro Cerminara
Gen 07, 2010 @ 13:50:40
Vulpio, lei è un servo dei poteri forti, ed anche stavolta lo conferma.
A Taranto, proprio oggi stanno uscendo i dati, le emissioni, dopo la legge regionale, si sono dimezzate. Ma questo per lei non conta nulla. O forse, al contrario, conta molto…E’ per questo che Vendola le da fastidio? O forse perchè vuol mantenere l’acqua pubblica?
Eh si, caro Dottor Vulpio, perchè a questo punto vorrei chiederglielo: chi le paga lo stipendio? Chi sono i proprietari del giornale su cui scrive? Mmm…
Ah, ed i dati sugli stipendi sono sballati, per la cronaca…E pure le accuse a Mivervini, che non è il titolare della pubblicazione di certi dati…
Eh, ma a sparare nel mucchio si passa sempre per quello pulito…Molto berlusconiano, dottor Vulpio!
giulio
Gen 07, 2010 @ 18:14:41
Che succede? Chi tocca Vendola rischia grosso?
Lo trasferiamo Vulpio come abbiam fatto con la Forleo, o gli togliamo li stipendio come ad Apicella?
Scherziamo? E se pure si sono ottenuti dei risultati, le azioni di decine di associazioni e la voce di pochi giornalisti coraggiosi come Vulpio, tutto ciò non conta nulla?
Sui risultati ho qualche dubbio:
http://www.tarantosociale.org/tarantosociale/a/30775.html
Per cominciare pericolo diminuito non significa pericolo inesistente, ma in questo video si afferma che, GRAZIE alla crisi e alla chiusura di molte attività, si è OTTIMISTI sui risultati. Un risultato ancor più eclatante lo si sarebbe ottenuto se non ci fossero attività del tutto!
Io posso non essere d’accordo al cento per cento con Vulpio su tutto quel che scrive, ma che siano benedetti i giornalisti che informano, come lo fa Vulpio.
laura raduta
Gen 08, 2010 @ 13:13:58
questa mi mancava: vulpio servo dei “poteri forti” non so se ridere o piangere!..
per la cronaca il giornale su cui scriverebbe qual’è? visto che non scrive piu da un pezzo?
e poi se i dati sugli stipendi sono falsi, perchè non ci porta quelli veri..
io sono curiosa di sapere quanto guadagna Vendola..
per quanto riguarda lo scandalo Sanità, in 5 anni Vendola non si era mai accorto? se ne accorge ora durante la campagna elettorale?
avrà pure fatto cose buone (e ci mancherebbe! suo dovere) ma il giornalista (che è Vulpio ) ha il dovere o no di giudicare e analizzare le cose negative? oppure va bene solo quando non tocca certi personaggi..
è lo sport nazionale: dare adosso al giornalista quando dice cose scomode, abbiamo imparato benissimo da berlusconi!
cosimo lombardi
Gen 07, 2010 @ 20:23:58
Egregio Vulpio,
analisi spietata ma … purtroppo veritiera.
Ha provveduto ad inviare copia all’on. Di Pietro?
Mi è sembrato di capire che per lui, Vendola, Emiliano, Boccia o .. persino Mefisto (ndr) pari son.
Gilberto
Gen 08, 2010 @ 00:05:13
L’articolo con il chiaro intento di attaccare Vendola e fare il gioco dei poteri forti dice una marea di falsità a partire dallo scandalo sanità (che non vede coinvolto in alcun modo il Presidente Vendola) per finire agli stipendi di Vendola e Minervini sapientemente arrotondati per eccesso! Per non parlare della questione della diossina di Taranto, dove nessun politico era mai riuscito a fare quello che ha fatto Vendola. Si arriva addirittura a parlare di brogli nelle primarie e nelle elezioni (lo stesso Fitto non ne ha MAI parlato) pur di infangare il governo Vendola. Quest’articolo è semplicemente vergognoso.
Se questo è giornalismo, Fede è vince il premio Pulitzer!!!
Ma per favore…
La regione Puglia non ha ancora un candidato di Centro-Sinistra… « Meetup Amici di Beppe Grillo – Taranto
Gen 08, 2010 @ 18:09:12
maurizio
Gen 08, 2010 @ 20:59:57
dondivido molto l’articolo qualche passaggio mi sfugge
1 emiliano sindaco di bari non sempre si e comportato egregiamente nei confronti di immigrati in primis riscoprendo il suo animo nn molto di sinistra.
caserma rossani la citta li chiede un parco pubblico no un parcheggio sotterraneo( l’utomobile nn ha futuro)
e evidente che nn vedo molta differenza tra i due
2ma siette tanto sicuri che sia giusto dialogare con un partito come udc come sapete di ispirazione catto-mafiosa??
Pierfelice Zazzera
Gen 09, 2010 @ 02:00:57
Il regalo di Nichi a Massimo
dal sito http://www.pieffezeta.it
Cari amici,
il 27/11/2007 a Palazzo della Regione Puglia, Lungomare di Bari, è convocata la giunta, ordine del giorno: approvazione della delibera n. 2033. Si tratta di accreditare la Kentron srl di Putignano, il cui amministratore unico è l’ingegner Angelo Rocco Colonna e che vede tra i soci Ritella, noto avvocato nocese, il quale a 35 anni gestisce una clinica da milioni di euro. Ma chi gli ha dato tutti questi soldi? Mistero. Tra le persone interessate a quella clinica anche De Santis, uomo di fiducia di Massimo D’Alema.
Centoventi posti letto (60 residenziali e 60 semiresidenziali) sono stati accreditati per una struttura che dovrà dare assistenza per la riabilitazione di malati con disabilità fisica, psichica e sensoriale ex art. 26. Un vero e proprio business.
Il 27/11/2007 quando la giunta si riunisce c’è un solo obiettivo: “fare in fretta”. Il 31/12/2007 scade infatti l’improrogabile termine per gli accreditamenti istituzionali. Chiusa quella data non ce ne sarà più per nessuno: chi sta dentro fa l’affare, chi resta fuori si attaccherà al tram.
Quel 27/11/2007 tuttavia qualcosa va storto, manca l’assessore competente, ovvero l’assessore alla sanità Alberto Tedesco. Un’assenza inaspettata se in giunta sono costretti a correggere a penna la delibera. Quel giorno Tedesco non arriverà mai nel salone della giunta e la delibera verrà presentata dall’assessore regionale alla Cultura, Silvia Godelli. Tutto fa pensare ad uno sgarbo dei confronti dell’ex presidente del consiglio.
La Clinica Kentron srl una volta accreditata dopo poche settimane sarebbe stata sequestrata dai Carabinieri dei NAS, i quali hanno trovato 16 operai e un cantiere aperto, invece di una Clinica di riabilitazione.
Da questo momento qualcosa sembrerebbe rompersi tra Alberto Tedesco e gli uomini di Massimo D’Alema. In particolare il sen. Nicola Latorre alle politiche del 2008 lascerà a terra proprio l’assessore regionale alla salute, il quale tentava la scalata a Palazzo Madama. Scalata riuscita solo a febbraio del 2009, quando l’ex assessore veniva braccato dal pm Desirèe Digeronimo.
Ma la giunta regionale quella clinica doveva per forza approvarla e non si è fermata neppure di fronte all’inchiesta giudiziaria ancora in corso. Il 21/04/2009 infatti approva la delibera n. 637, a presentarla questa volta c’è Tommaso Fiore, il quale nel frattempo ha preso il posto proprio di Alberto Tedesco. Quella delibera serve ancora una volta a riaccreditare la Clinica Kentron srl, nonostante il 31/12/2007 di fatto fosse scaduto il termine utile e la clinica fosse finita sotto sequestro.
Ma nessun problema. Il 19/02/2008 il Consiglio Regionale approva una leggina la n. 1/08 con cui viene prorogato il termine di scadenza per l’accreditamento al 31/12/2008, un termine utile solo a chi nel 2007 ha ricevuto parere favorevole all’accreditamento istituzionale, ovvero solo la Clinica Kentron srl.
E così Nichita il rosso fece un bel regalo all’amico Massimo.
cosimo lombardi
Gen 09, 2010 @ 10:51:19
La sinistra, luogo fisico dei moralmente superiori e al di fuori di ogni sospetto.
La sinistra, i cui simpatizzanti vorrebero processare tutti coloro che non sono congeniali e funzionali agli affari loro.
La sinistra, sempre la stessa. Ricordo, ai tempi dell’Università, che chiunque non fosse del Movimento studentesco, del Manifesto o di Lotta Continua, era fascista. Talvolta persino quelli della FGCI-PCI erano fascisti.
Allora come ora.
Chi non la pensa come loro è mafioso, fascista, corrotto o … bene che gli vada … ignorante.
domenico
Gen 10, 2010 @ 23:31:12
non condivido la tesi svilpuppata nell’articolo…sono iscritto nel pd e posso dire che nel partito va tutto male, anzi malissimo…ma l’unica cosa davvero da salvare sono le primarie…non si può affermare che il risultato delle regionali sono state caratterizzate dai brogli…questo è populismo e non giornalismo.non si può dire del male di cose e di persone per il solo fatto che non ci piacciono.
onofrio
Gen 14, 2010 @ 15:59:37
Il sig. Vulpio si è candidato 6 mesi fa con la lista IDV.
raduta laura
Gen 14, 2010 @ 16:31:45
ma è diventato reato candidarsi??
io ero rimasta a quando era diritto/dovere di cittadino sancito dalla Costituzione…
mi sono persa qualcosa?
:)?
Monica
Ago 13, 2010 @ 15:51:42
No, non è reato. Ma la dice lunga sull’imparzialità del giornalista.
zamo
Gen 26, 2010 @ 12:23:04
Mi piacerebbe avere altre sue opinioni circa il successo alle primarie di Vendola.
Cosa si prospetta ora per i pugliese?
Grazie e complimenti
mario
Gen 27, 2010 @ 16:54:09
Il sig.Vulpio si scorda appositamente di dire quanto era il livello della diosssina a Taranto 5 anni fa e quanto lo è oggi grazie alle iniziative di Vendola sull’Ilva. Dieci volte di meno.
Il sig.Vulpio sembra avere un’odio particolare verso Vendola , l’ho sentito parlare due volte in pubblico , una volta ad una manifestazione delle agende rosse di Borsellino ed anche lì , anzichè parlarci di Berlusconi e p2, ci parlò di Vendola , il suo nemico pubblico numero uno….
Proprio scemi non siamo sig.Vulpio…
Che ne dice dell’appoggio incondizionato che Dipietro oggi da a Vendola?
carlo vulpio
Gen 28, 2010 @ 00:42:05
Caro sig. Mario, mi creda, ho ben altro da fare che mettermi a odiare qualcuno… Se poi smascherare una bugia significa esercitare odio, libero ognuno di pensare ciò che vuole…
Purtroppo è una bugia che le emissioni di diossina a Taranto siano diminuite, anche solo di un piccolo 0,01 nanogrammi. E questo anche grazie a una legge regionale-truffa, che ha ingannato la gente, poiché, per esempio, non prevede il campionamento in continuo e “gioca” sulle percentuali di ossigeno e diossina.
Se non si offende, le consiglio di documentarsi meglio. Magari con il mio libro “La città delle nuvole” (Edizioni Ambiente), che non ha subìto querele, smentite, rettifiche.
Penso che ogni ammalato di leucemia in meno conti molto, ma molto di più di questa stucchevole politica del “chi appoggia chi”. Personalmente, sul tema della diossina, come su molti altri argomenti, ho sostenuto sempre le stesse cose: prima, durante e dopo qualsiasi campagna elettorale.
Io questa la chiamo coerenza, altri la definiscono “virtù degli imbecilli”. Pazienza.
Lei, per esempio, definisce “odio” l’esercizio della critica senza sconti per nessuno e le dispiace di venire a conoscenza di un’amara verità. Peccato.
La saluto. Stia bene.
raduta laura
Gen 27, 2010 @ 17:39:19
beh… se anche il Sig.Vulpio mi deve raccontare di Berlusconi e P2 … cambio paese, è un argomento molto inflazionato!
abbiamo trovato una nuova misura per i bravi giornalisti: quante volte nominano Berlusconi ..
e quante volte non nominano gli altri…
la diossina e l’inquinamento provocato dagli inceneritori voluti e autorizzati da Vendola ??
Di Pietro sostiene chi gli garantisce la poltrona!!
e poi sarà pure il meno peggio Vendola, ma perchè non accettare le critiche e imparare per migliorare…? perchè scagliarsi contro i giornalisti?
allora è vero, la verità non la vogliamo sentire?ci dà cosi tanto fastidio?
mah… che tristezza…
ciroregala
Gen 30, 2010 @ 20:51:10
….mi pare che los tipendio di Vendola si di soli 15.000,00 euro e non 25.000!!!!! Così asserisce Lui stesso in una telefonata in diretta ad -anno zero- , se ben ricordo; dove si è reso disponibile, peraltro, a trasmettere la sua dichiarazione dei redditi. Il dato che riporta la somma di 25.000,00 euro è stata desunta da un sito governativo, decisamente errato. E’ incappato in questo errore anche Gian Antonio Stella, che rea presente in trasmissione. Ma volendo andare oltre, mi pare importante il programma svolto e i comportamenti tenuti, da Vendola durante il mandato. Certo che avrebbe potuto fare di più……Ma poi le chiedo! ma per quale motivo Vendola è così odiato da Dalema??? ma perchè i cittadini pugliesi si sono mossi in massa per andare a votare Vendola??? Perchè sono disinformati??? Perchè sono stupidoni??? Sarebbe carino che Lei desse un’occhiata “attenta” al programma di Vendola……
adriano
Gen 31, 2010 @ 14:36:59
THE BIG SLEEP
D’Annunzio parlava di “grigio diluvio democratico odierno”: è il caso di prepararsi ad un tornado?
La gente ha bisogno di ipocrisia per sopperire alle proprie mancanze, alle proprie negligenze affidandovisi con tanta forza e altrettanta naturalezza da annullare la propria capacità di agire in maniera indipendente – in quanto cittadini e membri di una comunità – e di anteporre il proprio senso critico dinnanzi alla venuta del profeta del momento: in altri termini la popolazione incosciente ed inebetita (che d’ora in poi chiameremo volgo) attende periodicamente la venuta di un nuovo Messia al quale addebitare grandezza di pensiero ed atteggiamento risoluto e combattivo (chiaramente discutibili) in modo tale da poter legittimamente tirare i remi in barca.
Questo processo prende piede quando si usano gli ideali e le ideologie come parafulmine: parlando in nome della libertà, del rispetto dell’ambiente e di quei valori che la cosiddetta società (in)civile si è scrollata di dosso si possono dormire sonni tranquilli e, volendo, poter compiere le proprie nefandezze. Tutto ciò coinvolge ogni tipo di persona, fazione, gruppo politico abbia voluto approfittare di questa situazione di quiescenza a proprio vantaggio: costoro, infatti, hanno un fine comune ossia la gestione del potere. Il desiderio di potere ed il suo esercizio (possibilmente incontrollato ed illimitato) sono trasversali. Interessano a chiunque ne abbia capito appunto – usando un gioco di parole – il potere.
Dove sta quindi la democrazia?
Come fa il popolo a governare, se non è mai realmente detentore del potere (dal momento che delega un rappresentante o una fazione che solo formalmente – e quasi mai praticamente e fino in fondo – si prende l’impegno di soddisfare le richieste della comunità)?
Chi si fa portavoce di determinati “valori” quasi sicuramente agisce con la consapevolezza di avere un uditorio fedele (per non dire devoto) e più facilmente potrà ingannarlo facendo leva proprio sulla mancanza di riflessi, sulla sua ignoranza, negligenza e condiscendenza.
Perciò il volgo per essere considerato parte attiva del dibattito politico deve acquisire gli strumenti che volontariamente, nel corso degli anni, ha riposto malamente in soffitta: coloro che hanno la possibilità di studiare dovrebbero investire nella propria preparazione, nei propri studi per evitare che divengano sterili a causa della loro eccessiva settorialità; coloro che, invece, non ne hanno la possibilità devono agire in maniera sensata nel lavoro che svolgono, nell’ambiente in cui vivono. Tutti quanti sono coinvolti e la scelta di ognuno, nel piccolo, diventa più politica di qualsiasi ideologia.
In questo si eviterebbe di mentire spudoratamente a sé stessi o lasciare che altri lo facciano con loro: già perché solo quando il volgo si accorge che il proprio potere si esercita in ciò che erroneamente considera insignificanti piccolezze quotidiane (infestate dalla misera logica del “quieto vivere”), può dirsi degno di essere chiamata “cittadinanza”.
A questo livello di consapevolezza essa considererebbe il voto come un diritto piuttosto che un dovere, dal momento che deve avere la possibilità di esprimere la propria preferenza (sempre che sia coscienziosa e frutto di una vera riflessione critica), senza l’obbligo di farlo necessariamente qualora non si riconosca in alcun rappresentante: ma il volgo, così bene ammaestrato dal turnover di saccenti (sinistra e destra), è stato portato a ritenere l’espressione del voto come l’unico momento in cui manifestare la propria autorità. E durante il resto dell’anno? Il volgo preferisce delegare. Tanto c’è sempre qualcuno che fa “le battaglie civili” al posto suo.
Ma che pretendete? Il popolo ha votato, è stato partecipe!Che ci possiamo fare, noi, la povera gente!
In realtà, così facendo, il volgo giustifica sé stesso del proprio disinteresse, auto-prescrivendosi un lungo riposo non richiesto, non necessario. E giacchè riesce così bene ad essere tanto ipocrita con sé stesso, tanto vale lasciarsi ingannare sistematicamente (ma con passione ed impegno) da colui che meglio rappresenta tutta questa falsità ed è ancora più abile a nascondere la propria bramosia di potere.
andrea
Mar 03, 2010 @ 01:55:47
a Gela la stessa dinamica…il paladino intoccabile, figlio segreto (poco) dell’industria la quale uccide ambiente e uomini.. e i mass stanno a gurdare allo specchio del vanitoso. Non conosco il contesto puglia-taranto, ma da osservatore esterno ero caduto nel tranello mediatico.
L’ Europa poi risolve il tutto, ma ad uno solo per città – e lì si faranno così compagnia!
bambie
Apr 26, 2010 @ 10:44:54
Vulpio, che dire, non hai azzeccato una previsione elettorale.
Linus Van Pelt
Lug 20, 2010 @ 15:07:30
Oggi, a distanza di sei mesi, a proposito di affermazioni come “(…) ha già consegnato il governo della Regione al centrodestra. Le elezioni di marzo serviranno soltanto a stabilire le cifre della sconfitta: 35 per cento a 65,oppure 40 a 60, o tutt’al più un 45 a 55” non sarebbe magari il caso di rettificare e, molto banalmente, dire: scusate, mi sono sbagliato. Capita.
Non vedo rettifiche di sorta, tuttavia. Poco male: pace.
Attenzione, però, perché anche da questi piccoli e – tutto sommato – banali sfondoni una presunta obiettività può uscire gravemente compromessa 😉
cvulpio
Lug 20, 2010 @ 16:17:22
Caro Linus, un pronostico è un pronostico. Può sbagliarlo solo chi lo fa. Punto. Si rettificano le notizie infondate, non i pronostici (in questo caso, poi, la vittoria del centrosinistra è stata praticamente un gentile regalo del centrodestra…).
Ma non è di pronostici che dobbiamo parlare: è di sanità, clientele, discariche, affari miliardari con l’eolico e le altre fonti alternative (altro che Sardegna!), telefonate al Corriere della Sera per neutralizzarmi, accuse infamanti sepolte da magistrati amici… Perché non parliamo di queste cose, ovvero di fatti, caro Linus?
Auguri
chomsky5
Lug 20, 2010 @ 23:30:50
Bersani, dentro, è più onesto di Vendola.
Buon lavoro.
Linus Van Pelt
Lug 21, 2010 @ 12:55:24
Pienamente d’accordo, caro Carlo, sulla necessità di stare ai fatti. Per me, “homo sanza littere” quale sono e mi pregio di essere, questo è sempre un invito a nozze.
Tuttavia, il tuo – mi spiace – non era affatto un semplice ed innocente pronostico. Tu asserivi, con un tono alquanto apodittico e perentorio, di essere CERTO che Vendola avrebbe perso, lo davi addirittura per scontato: e semmai l’aspetto “puramente previsionale” stava solo nell’incertezza che – com’è ovvio – attribuivi all’entità dello scarto. Un’opinione, sicuro: ma un’opinione – mettiamola così – sulla “gradazione” con cui prevedevi che si sarebbe verificato un evento, del cui verificarsi però ti dichiaravi sostanzialmente certo. Da questo pronostico, poi, facevi discendere tutte le altre tue considerazioni fortemente critiche su Vendola e il c.d. “esperimento pugliese”.
Ora, è evidente che anche se io affermo che domani a Roma, in piazza san Pietro, alle 14.00, ci saranno (36.5 ± 2.5) °C, faccio “semplicemente” un pronostico. Dopo di che, delle due l’una: o ci colgo, oppure no. Però è altrettanto evidente che se sull’esito di un tale pronostico io volessi costruire un veemente articolo per sensibilizzare la cittadinanza romana sull’effetto “isola di calore”, e sul probabile contributo dei condizionatori a tale effetto, e in ultima analisi sul problema del riscaldamento globale con tutti gli altri annessi e connessi, se poi da domani per i prossimi venti giorni in piazza san Pietro e su Roma si mettesse a nevicare qualche problema di “corrispondenza” della mia precedente opinione coi successivi fatti me lo dovrei inesorabilmente porre.
Sicché, a mio parere, poiché Vendola ha vinto le elezioni non per un capriccio del caso ma perché la maggioranza di coloro che hanno votato lo ha scelto, mentre dire oggi, a cose fatte, che ha vinto “per un grazioso regalo della destra” è tanto facile quanto lo sarebbe prevedere il futuro sei mesi dopo, dal punto di vista fattuale sarebbe stato invece meglio dire semplicemente, il giorno dopo che l’esito delle elezioni è diventato un dato di fatto, “devo ammettere che mi sono sbagliato”.
Dico “sarebbe stato”, perché poi è chiaro che ormai, a sei mesi di distanza, non farebbe più alcuna differenza: come si suol dire, i giochi si sono giocati, e amen. Quel che però ieri mi ha spinto comunque a “punzecchiare”, è che siamo un paese nel quale sentire un personaggio pubblico, un politico, un giornalista, un dirigente d’azienda, ammettere oggi di essersi sbagliato ieri, oppure di non avere alcuna risposta plausibile alla domanda che gli si sta ponendo, è più raro che imbattersi nel proverbiale merlo bianco. Ecco: leggere quella “stonatura” in testa ad un articolo nel quale poi si disquisisce di fatti, e di corrispondenza fra questi e le posizioni e le dichiarazioni politiche vendoliane, è stato un po’ come imbattersi – come spesso capita nei forum in cui si discute di politica – nel messaggio di quello che, non sapendo cosa opporre agli incalzanti argomenti di qualcun altro, lo attacca sulla correttezza della sintassi o sulla proprietà lessicale: e, per farlo, comincia con un paio di congiuntivi malamente “sfondati”.
Non so se mi sono spiegato… 😉
cvulpio
Lug 21, 2010 @ 13:45:48
Caro Linus, vuoi che dica che ho sbagliato pronostico? Ok, l’ho detto. Sei convinto che il risultato sarebbe stato il medesimo se il centrodestra non si fosse spaccato in due? Mi sembri abbastanza intelligente per risponderti da solo e con obiettività.
Però con il tuo post, in ben 41 righe di testo, non hai toccato uno solo dei fatti da me citati, che sono i fatti che contano e dei quali, se fossimo in un Paese appena appena normale, Nicolino Vendola dovrebbe dar conto: non solo a me, ma a tutti, e quindi anche a te.
Saluti
Linus Van Pelt
Lug 21, 2010 @ 15:02:48
Caro Carlo,
non la voglio trasformare in una polemica personale. Scrivi bene, e ti apprezzo. E quello che avevo da dirti, l’ho già detto.
Quanto al resto. La “rettifica”: nel ribadire, dal primo post, che tratta(va)si comunque di questione tutto sommato marginale, ribadisco anche che ormai non ha più alcun senso. È tardi. Amen. Che tu la scriva o meno, a me la vita non cambia d’uno iota, visto che sono ben lungi dall’essere un “supporter” vendoliano, e men che meno sono qui in veste di suo avvocato d’ufficio. Ripeto che sono “inciampato” in questo articolo, e non ho resistito alla tentazione.
I fatti. Quali fatti? A quali fatti dovrei controbattere? Io, nelle tue – a occhio e croce – 41 righe moltiplicate per un buon fattore 3, non vedo fatti. Per meglio dire: non vedo I FATTI CHE IN QUESTO MOMENTO INTERESSANO A ME, quei fatti andando alla ricerca dei quali ieri sono capitato per puro caso sul tuo blog: ossia, fatti di cui si possa attribuire DIRETTAMENTE e OGGETTIVAMENTE la responsabilità politica/giuridica/morale a Vendola.
Certo, vedo fatti “grezzi”: come ad esempio, che a Taranto si produce il 93 per cento della diossina italiana e ogni due settimane un bambino vi si ammala di leucemia (posto che le cose stiano effettivamente così, ne possiamo forse incolpare Vendola? No. Potrebbe ordinare d’imperio la chiusura delle acciaierie per porre fine allo sconcio? Ne dubito fortemente, e comunque – poiché non sono un giurista – non sono in grado di pronunciarmi in materia. La sua legge sui limiti di emissione è una legge truffa? E prima, la situazione qual era, visto che dello sconcio delle acciaierie di Taranto io sento parlare da quando sono al mondo, vale a dire da poco più di quarant’anni?); oppure che Vendola ha firmato – cito – “sei contratti ventennali per altrettante discariche con la Cogeam, in cui spiccano il gruppo Marcegaglia e la Tradeco, società, quest’ultima, leader nella raccolta e nello smaltimento dei rifiuti al Sud” (tutte cose che, a livello fattuale, devo per forza di cose prendere per buone).
Poi vedo parecchie congetture, parecchie interpretazioni e “letture infratestuali” di atti e decisioni vendoliane, così come di atti decisioni e affermazioni altrui. È chiaramente nel tuo pieno e incontestabile diritto di avanzare le une e le altre, visto che – com’è del tutto evidente – politicamente tu e Vendola siete avversari.
Io, però, che ieri sono appunto capitato qui per caso, cercando via Google “Vendola + inceneritori” per tentare di capire qualcosa della faccenda, continuo ad essere in balìa dei flutti come e più di prima. Qui, così come nel 100 % degli altri siti in cui si tratta la vicenda.
Continuo ad essere in alto mare, o a brancolare nel buio, perché ancora mi riesce difficile dirimere, in base alle ricostruzioni tue, di Gianni Lannes, e di altri che hanno trattato il problema, la questione fondamentale: vale a dire, Vendola si trova solo a fare da “notaio” di decisioni prese prima di lui, da chi lo ha preceduto – il che politicamente sarebbe comunque grave, per chi si candidi a rappresentare il nuovo: MA È TUTT’UN ALTRO ORDINE DI QUESTIONI – oppure ha DELIBERATAMENTE appoggiato, anzi, ATTIVAMENTE MANOVRATO A FAVORE degli inceneritori della Marcegaglia durante il suo precedente mandato?
Purtroppo, letto e riletto l’articolo, così come i due o tre articoli di Lattes che mi paiono più significativi, su questa faccenda ne so quanto prima. Risultato: se domani si dovessero tenere delle ipotetiche primarie per decidere se Vendola abbia più o meno titoli di – poniamo – Bersani a guidare il CSX contro Fini o Tremonti, io non sarei in grado di decidere come votare.
Ora – ed era QUESTO, in fondo, il succo del mio intervento precedente – di questo genere di mancanza dell’informazione necessaria all’elettore per poter prendere decisioni con cognizione di causa, e di questo propendere sempre per la ricostruzione opinionistica piuttosto che per l’indagine obiettiva, siete VOI GIORNALISTI che vi dovete porre il problema: NON noi lettori.
Perché negli Stati Uniti, che pure sono in gran crisi anche su questo versante, un cronista del New York Times qualche mese fa è stato in grado di spulciarsi Gigabyte di dati dell’Ente Federale per la Protezione Ambientale, e delle varie agenzie statali e locali, giungendo a dimostrare INOPPUGNABILMENTE che più del 20 % delle reti idriche statunitensi sono inquinate A LIVELLI ESIZIALI: e qui invece siamo ancora mestamente fermi a chi ha cenato con chi, chi ha preso i soldi di chi, chi sta tramando per rovesciare chi alleandosi con chi?
QUESTO è il MIO problema. Tu, purtroppo, non riesci a consentirmi di risolverlo.
Pace, e stima 🙂
cvulpio
Lug 21, 2010 @ 17:27:16
Nessuna polemica, caro Linus. Anche perché credo di aver compreso il senso di ciò che dici. Soltanto una cosa tengo a dire (e non per “piazzare” la mia “merce”) : poiché penso che non occorre essere del NYT per realizzare lavori credibili su argomenti importanti, ti invito a leggere il mio “La città delle nuvole. Viaggio nel territorio più inquinato d’Europa” (Edizioni Ambiente). Un libro praticamente semiclandestino (chissà perché nessuno osi parlarne) e che tuttavia, guarda un po’, sta andando molto bene.
Se lo troverai anche solo un pochino meno valido ed esaustivo del lavoro del collega americano, ti rimborso il prezzo di copertina.
Pace e bene
Linus Van Pelt
Lug 22, 2010 @ 20:10:05
Ti leggero molto volentieri! 🙂
Il senso del mio discorso: negli Stati Uniti – di cui, voglio esser chiaro, sono tutt’altro che un idolatra: però bisogna anche essere obiettivi – è sì vero che sul NYT ci scrivono fior di opinionisti che sfornano, appunto, opinioni come fossero pasticcini (a volte viene anche un po’ da chiedersi: ma costoro dove le troveranno, sempre e immancabilmente, tante cose intelligenti da dire su tutto? ;·) ). Però è anche vero che gli USA sono la patria di quei tali Woodward e Bernstein che, “seguendo il denaro”, fecero venir giù l’amministrazione Nixon: e sui giornali americani ci scrivono anche i Joseph Stiglitz, che un paio d’anni or sono, facendosi due conticini “semplici semplici”, è riuscito a dimostrare che la guerra in Iraq sarebbe costata all’erario americano una cifra dell’ordine di 2000 miliardi di dollari… e io non escluderei che Obama abbia vinto anche per questo. Insomma: il pragmatismo dei fatti, come si diceva.
Noi invece ci teniamo “l’uomo di Arcore” da quasi vent’anni – nessuno me lo toglie dalla testa – ANCHE perché, fino a questo momento e almeno a quanto risulta a me, nessuno è ancora mai stato capace di andare a “vedere le carte del suddetto”, e mostrare COI FATTI che non ha in mano nemmeno una coppia. Invece si perdono mesi a parlare di escort, di cene, controcene, predellini e altre st…: e nel frattempo l’astuto baro sta sempre lì.
Ecco: a quarantatre anni, devo confesssare che il pragmatismo (apparentemente) an-ideologico del “fare informazione” americano comincia parecchio a mancarmi 😀
Grazie della chiacchierata… e buon lavoro.
che vulpio...ne
Ott 03, 2010 @ 09:06:31
Ha per caso aggiornato le cifre della sconfitta? 35 per cento a 65,oppure 40 a 60, o tutt’al più un 45 a 55, oppure? Il resto dell’articolo è degno dell’incipit: una marea di cagate, alcune anche molto “divertenti”. Grazie per avermi fatto iniziare la giornata con un sorriso 🙂