Scambiare Aldo Moro con Fabrizio Gifuni, l’attore che lo ha interpretato nel film “Esterno notte” di Marco Bellocchio (2022), e farne un manifesto per la ricorrenza dei 46 anni dalla morte dello statista Dc, non è uno sbaglio, un errore, un lapsus. E’ una castroneria degna dell’Approssimazione, la vera forza politica di maggioranza di questo Paese sciagurato. Tanto più che il luogo della castroneria è Maglie (Lecce), la città natale di Aldo Moro, non Vigonza o Brunico (eppure…). E tanto più che la castroneria è andata in scena su iniziativa e a cura dell’amministrazione comunale, non di un circoletto di cinefili (o cinofili). Già nel 1998, sempre a Maglie, dedicarono a Moro una statua che lo raffigurava con una copia de “l’Unità” sotto il braccio (una forzatura, specie dopo il suo assassinio, visto che il Pci era contrario alla trattativa per liberarlo). Adesso anche il manifesto-patacca. Ancor più della Corruzione, è l’Approssimazione il partito che in Italia è sempre al governo.