“La ripartizione dei soldi del Pnrr tra i Paesi della Ue l’ha stabilita un algoritmo”. Questo ha “rivelato” Paolo Gentiloni, commissario Ue ed ex presidente del Consiglio, sbugiardando così Giuseppe Conte, leader del M5S ed ex capo del Governo italiano, il quale in tutti questi anni, dal Covid in poi, ha detto che se l’Italia ha ottenuto i soldi che ha ottenuto, ciò è stato soprattutto per merito delle “battaglie” sue e dei governi da lui presieduti.

Qui, poco interessa della polemica a scoppio ritardato tra Gentiloni detto “Er moviola” e Conte detto “l’avvocaticchio del popolo”. Qui interessa (e spaventa) sapere che i 194,4 miliardi di euro del Pnrr assegnati all’Italia (dei quali, attenzione, 122,6 miliardi di prestiti, pre-sti-ti, e 71,8 miliardi di sovvenzioni) non sono stati decisi da persone che fanno i politici e governano Stati e comunità di persone, ma da una formula matematica, da un algoritmo. Studiato, pare, da due “funzionari tecnici” olandesi. Un algoritmo. E a tutti pare normale. Nessuno dice niente che a decidere sulla “ripresa e resilienza” di una nazione, di 28 nazioni, possa essere un algoritmo, un calcolo complesso, raffinato, ma pur sempre una formula fredda, senza sangue.

In attesa dei prodigi dell’intelligenza artificiale, la pratica dell’onanismo di massa con il Divino Algoritmo – adesso applicato anche al Pnrr – è la via maestra verso il futuro radioso che attende le vite già abbastanza di merda di gran parte dell’umanità.