
Mancava. Ed è arrivato. Puntuale come una cartella esattoriale. Nanni Moretti, per pubblicizzare il suo ultimo film, che è inutile vedere, paragona l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia con l’invasione dell’Ungheria nel 1956 da parte dell’Unione Sovietica. Un raffronto alla cazzo di cane, dal momento che l’Ungheria reclamava la libertà dal giogo sovietico (nonostante i comunisti nostrani, tra cui l’indimenticabile Giorgio Napolitano, giustificassero i carri armati sovietici) e non aveva organizzato alcun colpo di Stato con la regia degli Usa, come invece è avvenuto in Ucraina.
Poi, già che c’è, Nanni riedita anche l’ultima categoria dell’essere: il “filoputiniano”, il concetto indispensabile per spiegare l’invasione dell’Ungheria con la guerra russo-ucraina. O viceversa. La sega mentale di uno che poteva fare giusto quei film stracciapalle che ha fatto.
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