Justin Trudeau, premier canadese, è quel bellimbusto che durante il Covid adottò una delle misure più odiose, illiberali e fasciste contro la protesta legittima dei camionisti di Truckers for Freedom (Camionisti per la Libertà). Trudeau ne fece arrestare parecchi e fece congelare i conti correnti bancari e aziendali degli scioperanti come nessuno nel mondo “libero” si era mai permesso di fare.

Adesso, incontrando il presidente del Consiglio italiano, Giorgia Meloni, Trudeau se ne è uscito a sorpresa con una rampogna sui diritti Lgbt. «Siamo preoccupati – ha detto Justin a Giorgia – per alcune delle posizioni che il tuo governo sta prendendo in materia, ma non vedo l’ora di parlarne con te». Meloni non si aspettava la stronzata del giorno in un incontro ufficiale e la sua faccia dice tutto. Ha replicato dicendo che «l’Italia sta seguendo le decisioni dei tribunali e non si sta discostando dalle precedenti amministrazioni». Risposta deboluccia. Trudeau, il “liberale” a gettone, andava invece asfaltato. Prima da Meloni e poi dall’autotreno di uno di quei camionisti ai quali con la boccuccia a culo di gallina aveva fatto bloccare i conti correnti, nemmeno fossero dei mafiosi.  

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