
La lapide di Pierina Pavesi, 89 anni, nel cimitero di Calvenzano (Bergamo), è decorata da un dipinto di fiori bianchi, girasoli, un prato verde e il cielo azzurro. Per l’amministrazione comunale però quest’opera non è consona al decoro del camposanto e viola il regolamento perché eseguita senza autorizzazione. Il caso è finito in tribunale e i giudici amministrativi hanno dato ragione all’amministrazione di Calvenzano.
Sembra un racconto di Anton Checov. Ve li immaginate, le mezze maniche del Comune e le toghe del Tar, ognuna per la sua parte impegnate nell’affrontare e dirimere il machiavello? La notizia è minima, fa sorridere, ma, purtroppo, è allo stesso tempo una notizia grande e fa arrabbiare. Non solo perché non c’è pace nemmeno dopo la morte, poiché la burocrazia viene a trovarti anche nell’aldilà, ma anche perché ti chiedi: non hanno un cazzo o di meglio da fare giudici e funzionari pubblici?
Post scriptum: la lapide di Pierina non è un’opera d’arte, ma è un pensiero delicato. “Non consona al decoro” del cimitero è solo la testa di chi ha voluto farla rimuovere.
Gianfranco Fiore
Apr 19, 2023 @ 12:57:50
Un po’ troppo cavillosi in altri cimiteri fanno fare di molto peggio.Al cimitero di Potenza utilizzarono il quadrato ebraico come deposito edilizio rompendo tutte le lapidi.