Eccone un altro al quale non hanno insegnato che la storia non si fa con i “se”. Shawn Crowley, l’incaricato d’affari dell’ambasciata degli Stati Uniti a Roma. Dice Crowley (in sintonia con chi lo intervista, le cui domande contengono già le risposte) che Berlusconi deve ripassare qualche lezione di Storia. E si lancia in un paragone azzardoso con la conferenza di Monaco del 1938, quando gli europei – dice Crowley – si illusero di poter fermare Hitler concedendogli i Sudeti che appartenevano alla Cecoslovacchia.

«Penso che Berlusconi – afferma il quasi ambasciatore, novello luminare di Storia – stia pensando al 2002, a Pratica di Mare, l’anno in cui crede di aver aiutato a metter fine alla guerra fredda. Io penso al contrario che sarebbe più appropriato il riferimento a Monaco 1938, e agli italiani ricordo che nel 1943 l’Italia firmò un armistizio: se gli Alleati avessero voluto la pace ad ogni costo, tutta l’Italia a nord di Monte Cassino sarebbe rimasta sotto l’occupazione nazista».

Ecco, Crowley “ricorda” agli italiani ciò che dopo il 1943 “sarebbe accaduto se”. Accontentiamolo, e giochiamo per un attimo con lui a questo gioco insensato. Dunque, se a nord di Monte Cassino fossero rimasti i Nazisti, a sud cosa sarebbe accaduto? Con il metro di Crowley, la risposta è semplice: si sarebbe instaurata la dittatura della Mafia, con la quale gli americani dovettero allearsi per poter sbarcare in Sicilia.

E’ Crowley, quindi, che deve ripassare, anzi studiare la Storia, e, se non l’ha ancora fatto, leggere “Napoli ’44″(Adelphi) di Norman Lewis, ufficiale britannico dell’intelligence del Field Security Office, che quella guerra, a differenza del quasi ambasciatore, l’ha fatta e ha saputo raccontarla molto bene. Crowley invece fa solo il suo mestiere, che prevede anche di dover parlare giusto per parlare.  

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