Davanti al bar del fratello a Trani. Caccia a tre killer


Trani


Sei lì, tranquillo, davanti al locale di tuo fratello, il Bar Champagnerie, tra via degli Statuti marittimi e piazza Quercia, in uno degli angoli più incantevoli del borgo antico di Trani, e di fronte hai il mare, le barche, e la sagoma illuminata di una delle più belle cattedrali romaniche. E’ l’una di notte, fa caldo, ma la brezza marina e i colori del porto ti rinfrancano. All’improvviso però vedi arrivare verso di te un ragazzo in fuga, gli occhi terrorizzati, che si infila nel locale come in una tana nella quale nascondersi. E subito dietro di lui, eccone altri tre, ma con i volti gonfi di ira.
I tre stavano pestando a sangue il fuggiasco e adesso vogliono catturarlo una volta per tutte e finirlo. Allora tu, che sei un bravo ragazzo, che non hai mai dato fastidio a nessuno, tanto che nessuno sa nemmeno che ti chiami Biagio Zanni, che hai 34 anni e che sei il fratello del titolare del locale, tu cosa fai? D’istinto ti frapponi tra l’inseguito e gli inseguitori, dei quali cerchi di placare la rabbiosa caccia all’uomo, cerchi di farli ragionare, cerchi anche di dissuaderli dicendo loro che siete in un locale pubblico, che c’è tanta gente, e che insomma loro non possono… E’ un attimo. Quei tre ossessi ora si lanciano su di te, Biagio, sei tu quello che in un istante hanno deciso di odiare di più: due di loro ti tengono e l’altro ti colpisce con due coltellate all’addome. Crolli per terra, scappano tutti, anche le belve che ti hanno colpito, e qualcuno ti trasporta in ospedale. Sei cosciente, parli con i tuoi soccorritori, forse pensi di potertela cavare, ma poi svieni e non sai che dall’ospedale di Trani ti stanno portando in quello di Andria. Dove ieri mattina alle dieci ti spegni, dopo aver sempre lavorato, tanto che quei pochi che ti conoscevano ti descrivono come un ragazzo modello.
Adesso in città dicono che il tuo assassinio è colpa della movida notturna dei fine settimana, in cui non mancano mai risse, droga e alcol, e magari anche qualche regolamento di conti camuffato con stili di vita da «gioventù bruciata». Può essere. Ma tu, Biagio Zanni, sei stato ucciso a due passi, proprio due, dalla Tenenza della Guardia di Finanza. E tutti, ora che c’è il morto, si chiedono, sui siti web e per strada, come mai, se la movida tranese è più insidiosa di quella di Barcellona, non ci siano mai, in mezzo al popolo della notte, almeno due o tre poliziotti, o carabinieri, o vigili urbani, o finanzieri, o agenti della polizia provinciale, o guardie ecozoofile, magari in borghese, ecco, che possano agire in tempo per prevenire un borseggio come un omicidio, o almeno per far scattare immediatamente la caccia ai colpevoli. E non se lo chiedono solo a Trani, ma anche ad Andria, a Barletta, ad Altamura (dove nella stessa notte tra sabato e domenica sono stati gambizzati due ragazzi trentenni) e in tutte le popolose città pugliesi ormai sempre più violente. Ma qui comincia lo scaricabarile e la solita litania dei «mezzi insufficienti» a cui non crede più nessuno.


Carlo Vulpio, Corriere della Sera, 21 settembre 2015