Euro. Ma perché uscire dall’euro è considerata una iattura e non una opportunità? Chi lo stabilisce che Euro è Bene e Lira, per esempio, è Male? Prima dell’euro avevate mai sentito anche solo ipotizzare la possibilità del “fallimento” di uno Stato sovrano?

 

Default. Vuol dire inadempienza, insolvenza, abbandono. Perché tutti lo traducono sbrigativamente “fallimento” e lo considerano un suo sinonimo? Ormai siamo all’assurdo a mezzo stampa. Anche grandi giornali (o solamente giornali grandi?) aprono le pagine economiche “spiegando” che uno Stato può fallire esattamente come una famiglia o una impresa: quando i debiti superano le entrate. O non abbiamo capito un accidente noi, oppure vanno riscritti i manuali di economia sul debito degli Stati sovrani.

 

Bce. Banca centrale europea. Dal XIX secolo in poi, le banche centrali degli Stati sovrani erano la garanzia “di ultima istanza”, l’ente “ultimo pagatore”. E ora? La Banca d’Italia per esempio è un’altra cosa (a cominciare dalla composizione azionaria) rispetto all’autorevole ex “banca centrale”. Ma la Bce? Chi è la Bce? A quale Stato fa capo? Non è la Fed americana, non è la Banca d’Italia, ma un istituto che si “poggia” su un’entità “europea” che a sua volta si poggia su una Costituzione – il Trattato di Lisbona – che non è una Costituzione, ma un semplice (e ingarbugliato, ai limiti dell’occulto) trattato internazionale, di quegli atti valevoli “rebus sic stantibus”, come insegnano in qualunque corso di diritto internazionale. Allora perché dobbiamo fare la volontà sua, della Bce?

 

Ellade e Papandreou. Qualunque sarà il risultato del referendum greco sulle misure imposte alla Grecia dalla Ue, George Papandreou ha fatto bene a indirlo. Se i greci accetteranno le misure “lacrime e sangue”, la Grecia e il suo presidente si presenteranno più forti. Se invece, come sembra scontato, i greci diranno di no, la Grecia e il suo presidente si assenteranno più forti. Usciranno dall’euro, torneranno alla dracma, e magari la svaluteranno per dimezzare il debito e risollevare la bilancia dei pagamenti. A meno che la Bce, invece di inviare lettere ai governi, si decida e dica cosa vuole fare da grande. Vuole la Bce fare la “banca centrale” dell’Europa? Se sì, ci spieghi anche di “quale” Europa? Dei 17 Paesi dell’eurozona? Dei ventisette? Dei 47 del Consiglio d’Europa?
Europa, quale Europa sei tu, o Europa?

 

England e Fsa. Per la Financial service authority, in pratica la Consob inglese, in questo momento “l’Italia costituisce la più grave minaccia per il Regno Unito”. Ci dispiace. Siamo affranti. Ma loro, gli inglesi, così europeisti quando si tratta di occupare posti di riguardo (ve la ricordate la battaglia per nominare la loro Catherine Ashton “Mr Pesc”, una sorta di “ministro degli Esteri” dei 27 Paesi Ue? Va bene che il nostro candidato era D’Alema, però…), come mai, dicevamo, gli “europeisti” inglesi hanno scelto di star fuori dall’euro tenendosi stretta la sterlina? Gli “eurocazzi” sono nostri, di cosa si preoccupano loro? Hanno “in pancia” (ormai si dice così…) molti bond italiani e greci e spagnoli, oppure non riescono proprio ad astenersi dal fare sempre i primi della classe e dal regalare buoni consigli basati sulla nota massima “fate come dico io, ma non fate come faccio io?”.
Lettere. Ma perché, se a inviare una lettera di intenti alla Bce, alla Commissione Europea o a chi vi (euro)pare è un governo – per esempio, il governo italiano – ne vediamo tanti con il ditino alzato a dire che no, non va bene, inviare letterine “all’Europa” no, proprio non si può… E invece se è la Bce a inviare una lettera (anzi, due!) a un governo – per esempio, di nuovo il governo italiano – nessuno (sì, insomma, pochissimi) trova nulla da obiettare e, al contrario, la letterina diventa subito “la Lettera”?

 

Banche/1. In occasione della condanna, in primo grado, dell’ex governatore della Banca d’Italia, Fabio Fazio, del potente finanziere Francesco Gaetano Caltagirone, del presidente Unipol, Giovanni Consorte – insieme con i loro sodali Ivano Sacchetti, Carlo Cimbri, Vito Bonsignore, Danilo Coppola, Stefano Ricucci, Giuseppe Statuto, Ettore e Tiberio Lonati -, per la nota vicenda della scalata bancaria Unipol/Bnl, Consorte ha fatto sapere che fare il capro espiatorio non gli va bene e ha lasciato intendere che non rimarrà in silenzio. Attendiamo fiduciosi. Anche noi pensiamo che non sarebbe giusto che Consorte paghi anche per quelli che ora fingono di non conoscerlo.

 

Banche/2. In occasione della condanna di cui al punto precedente, nessuno ha ricordato che l’inchiesta sulle scalate bancarie è quella che è costata il calvario di: minacce, attentati, trasferimento, ricorsi e controricorsi, linciaggio pubblico, oblio (anche e soprattutto da parte di coloro che l’avevano “usata”, come Santoro e De Magistris), del gip di Cremona Clementina Forleo, allontanata dal palazzo di Giustizia di Milano grazie anche al lavorìo carbonaro di magistrati che si riunivano in segreto per mandarla via. Ora il giudice Forleo, dopo avere vinto i suoi processi davanti al Tar e al Consiglio di Stato, dovrebbe tornare a Milano. Dovrebbe. Attendiamo fiduciosi.

 

Cassano. Quando lo conobbi – e ne scrissi, strappandogli la promessa che non avrebbe fatto come Maradona, e cioè che non si sarebbe fregato da solo con la droga – aveva diciotto anni. E due telefonini. Era già Antonio Cassano. Un fuoriclasse. Da allora, ne ha combinate tante, ma ha anche imparato molto. Nel calcio, in questi ultimi dieci anni, se ne son visti pochi come lui. Ora deve operarsi al cuore per una piccola malformazione congenita e, dicono, tornerà a giocare. Attendiamo fiduciosi anche Cassano. Ma così, per ingannare l’attesa, ci chiediamo: la Uefa per l’Europa e la Fifa per il resto mondo, non sono un po’ come la Bce? Vogliono fare i sovrani senza avere alcuna sovranità (il greve, ma efficace Ricucci, durante la scalata Unipo/Bnl diceva: “fare il froscio con il culo degli altrri”) e impongono al globo che si giochi in orari impossibili, con ritmi impossibili (anche tre partite alla settimana), a condizioni (economiche) impossibili. Poi i giocatori si rompono. O si ammalano. E devono recuperare di corsa. Ovviamente con i farmaci. Non sarà il caso di Cassano, però chi può dirlo con certezza?
Forse dovremmo inviare una lettera alla Uefa. E, per conoscenza, anche alla Bce.